Secondo il sindacato la proposta dell'azienda torinese presenterebbe "profili di illegittimità" e controrilancia con una nuova proposta: "Si applichi il contratto nazionale"
La Fiom-Cgil ritiene che "non sia possibile che quel testo venga firmato". Lo ha detto il segretario generale, Maurizio Landini, riferendosi all'accordo già siglato da altri sindacati su Pomigliano D'Arco. La Fiom ritiene impossibile firmarlo perché "contiene profili di illegittimità". Su una convocazione del referendum, Landini dice che per la Fiom "è impossibile sottoporre al voto" accordi che violano i contratti e la Costituzione. La Fiom ha deciso anche 8 ore di sciopero il 25 giugno: alle 4 ore di sciopero della Cgil contro la manovra del governo la Fiom aggiunge lo stesso giorno altre 4 ore di sciopero contro la proposta dell'azienda.
Nodo della questione è la clausola sui provvedimenti disciplinari. In un volantino distribuito nel pomeriggio la Fiom ha segnalato che "il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall'articolo 40 della Costituzione diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento", e si sottolinea che "non c'è alcuna legittimità in questo ma intanto la Fiat ci prova".
Il sindacato non si limita però a bocciare l'accordo proposto da Fiat, ma rilancia con una controproposta per il futuro di Pomigliano: "applichi il contratto nazionale che consente di lavorare con 18 turni di lavoro settimanale e 40 ore di straordinario in più".
Sul tema è intervenuto anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Prc: "La Fiat si comporta come la mafia e ricatta i lavoratori e il sindacato per violare le leggi dello stato e le regole del Contratto nazionale di lavoro. In questo contesto il referendum tra i lavoratori è senza senso perche' i lavoratori dovrebbero votare se sono disposti o meno a violare la legge e il Contratto nazionale di lavoro.
Gianfranco Fini invece ha speso parole in difesa di Sergio Marchionne. "Cosa ha chiesto Marchionne? - ha detto il presidente della Camera da Benevento - solo più turni di lavoro e di combattere l'assenteismo". Se agli operai fosse stato detto "di rinunciare ai vostri diritti per avere il lavoro, io avrei detto di no", ha aggiunto Fini, ribadendo che non è "stato questo l'approccio. Anzi è stato un approccio che riecheggia un appello alla concordia tra capitale e lavoro che fa parte della cultura politica del secolo scorso della dottrina sociale della Chiesa".
"Dire di no a un investimento di 700 milioni come nella Fiat di Pomigliano è cecità enorme. Anche se la Fiom poco fa ha detto di non accettare la proposta della Fiat, mi auguro sia una ennesima provocazione e una normale tattica di negoziazione. Ma credo non ci sia più spazio di negoziazione". Lo ha detto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, concludendo il suo intervento all'assemblea di Confindustria Vicenza.
Nodo della questione è la clausola sui provvedimenti disciplinari. In un volantino distribuito nel pomeriggio la Fiom ha segnalato che "il diritto individuale di aderire a uno sciopero, sancito dall'articolo 40 della Costituzione diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento", e si sottolinea che "non c'è alcuna legittimità in questo ma intanto la Fiat ci prova".
Il sindacato non si limita però a bocciare l'accordo proposto da Fiat, ma rilancia con una controproposta per il futuro di Pomigliano: "applichi il contratto nazionale che consente di lavorare con 18 turni di lavoro settimanale e 40 ore di straordinario in più".
Sul tema è intervenuto anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Prc: "La Fiat si comporta come la mafia e ricatta i lavoratori e il sindacato per violare le leggi dello stato e le regole del Contratto nazionale di lavoro. In questo contesto il referendum tra i lavoratori è senza senso perche' i lavoratori dovrebbero votare se sono disposti o meno a violare la legge e il Contratto nazionale di lavoro.
Gianfranco Fini invece ha speso parole in difesa di Sergio Marchionne. "Cosa ha chiesto Marchionne? - ha detto il presidente della Camera da Benevento - solo più turni di lavoro e di combattere l'assenteismo". Se agli operai fosse stato detto "di rinunciare ai vostri diritti per avere il lavoro, io avrei detto di no", ha aggiunto Fini, ribadendo che non è "stato questo l'approccio. Anzi è stato un approccio che riecheggia un appello alla concordia tra capitale e lavoro che fa parte della cultura politica del secolo scorso della dottrina sociale della Chiesa".
"Dire di no a un investimento di 700 milioni come nella Fiat di Pomigliano è cecità enorme. Anche se la Fiom poco fa ha detto di non accettare la proposta della Fiat, mi auguro sia una ennesima provocazione e una normale tattica di negoziazione. Ma credo non ci sia più spazio di negoziazione". Lo ha detto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, concludendo il suo intervento all'assemblea di Confindustria Vicenza.