Borse a picco, Merkel: l'euro è in pericolo

Economia
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Nuova seduta nera per i mercati finanziari europei che mandano in fumo 144 miliardi di euro. Milano chiude con un ribasso del 3,45%. Il cancelliere tedesco: anche l'unità europea rischia di fallire. Berlusconi: non ora il taglio delle tasse

Nuova, ennesima, seduta da dimenticare per le Borse europee che hanno mandato in fumo altri 144 miliardi di euro in capitalizzazione. A disorientare, questa volta, i mercati del Vecchio Continente la stretta decisa unilateralmente dalla Germania sulle vendite allo scoperto sui titoli di Stato europei.
Una misura, quella sullo 'short selling', che rimarrà in vigore finché non verrà raggiunto un accordo a livello europeo, ha spiegato il cancelliere, Angela Merkel. E lo stop tedesco ha incassato anche il placet del presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, che ha invitato "il Comitato europeo dei regolatori a valutare rapidamente se le condizioni che hanno condotto le autorità tedesche a questa conclusione si presentino in altre parti d'Europa".
A questo si aggiungono le dichiarazioni di Angela Merkel che ha affermato "l'euro è in pericolo" e, ha sottolineato che "l'Unione monetaria è una comunità di destini. In gioco è né più né meno che la preservazione dell'idea europea".
Il commento del cancelliere sulla sicurezza della valuta unica, insieme ai timori sulla decisione in materia di regolamentazione, affondano le borse europee con evidenti ricadute su quella Usa.

Tra i listini europei, se Milano è stata la peggiore con il Ftse Mib che ha perso il 3,45% (toccando, nel corso della seduta, anche -4%), Atene ha incassato un inaspettato rialzo (+0,87%), con le autorità greche che hanno provveduto al pagamento di 8,5 miliardi di euro di scadenze legate ai titoli di Stato. Nel frattempo, secondo quanto annunciato dalla Ragioneria Generale ellenica, il debito pubblico greco ha superato i 310 miliardi di euro.

Ma le perdite sono state pesanti anche per Madrid (-2,61%). Sulla Spagna il livello di attenzione resta alto e il premier, José Luis Zapatero, ha detto di prevedere un futuro aumento delle tasse per i redditi più alti. Nessun settore in Europa è rimasto immune dal profondo rosso. Le materie prime sono affondate (sottoindice Dj stoxx -6,09%) a causa del calo dei prezzi delle scorte. Giù anche i bancari (-3,5%) e, in particolare, Bnp Paribas (-6,09%) e, a Milano, Unicredit che ha lasciato sul terreno quasi il 6 per cento.   

Intanto in Italia la Consob "per ora non intende apportare modifiche o restrizioni all'attuale normativa sulle vendite allo scoperto". La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, in un nota, sottolinea comunque che "la situazione viene seguita minuto per minuto in stretto contatto anche con le altre Autorita' di vigilanza europee", e che "eventuali nuove risoluzioni saranno tempestivamente rese note al mercato".
Nel remake della giornata c'è anche l'euro, precipitato ai minimi da quattro anni, per poi rimbalzare nel pomeriggio portandosi 1,23 dollari in scia alla possibilità che i leader europei possano annunciare iniziative a sostegno della moneta unica.

Il presidente del Consiglio Berlusconi, però, rassicura: "Nel primo trimestre le esportazioni sono aumentate del 17%. La svalutazione dell'euro contro il dollaro favorisce le nostre esportazioni".
Inoltre, afferma che la crisi non consente un taglio delle tasse che sarà, invece, un "dividendo del federalismo fiscale". Sarà possibile solo quando i conti pubblici lo consentiranno, grazie al "miracolo" compiuto dal Governo.


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