Privatizzazione Tirrenia, un'altra Alitalia?

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Avviato l’iter per la cessione ai privati della compagnia di navigazione. La procedura peserà anche sui contribuenti perché per renderla più appetibile lo Stato ha dovuto portare in dote al privato oltre un miliardo di euro. L'inchiesta di SKY TG24

Il viaggio finale della dissanguata Tirrennia è agli sgoccioli. La privatizzazione si concluderà a fine settembre. O almeno è quanto assicura Fintecna, la finanziaria del ministero dell’economia che ne detiene il totale della azioni. La compagnia ha un debito di 800 milioni e una flotta vecchia e non competitiva. Ammesse alla gara tutte le 16 le manifestazioni d’interesse da parte di armatori privati e fondi, entro giugno saranno presentate le offerte vincolanti. A traghettare il carrozzone di stato, l’eterno e inamovibile ad Franco Pecorini, uomo delle mille stagioni, al comando da 26 anni, ha resistito a 19 governi, a tutte le bufere politiche italiane e al disastro dei conti.

Per liberarsi di Tirrenia e renderla appetibile il pubblico ha dovuto portare in dote al privato oltre un miliardo di euro. La storia si ripete, nostri i costi e agli altri i profitti? Rischiamo un’Alitalia bis?

Ma l’Europa non ci sta. E’ scattata la procedura d’infrazione della Commissione che oltre a bocciare il prolungamento del regime di convenzione ha anche detto che le linee devono andare “a gara singolarmente”. L’Italia invece mette in vendita in blocco tutte le linee della Tirrenia con una dote di sovvenzioni.

Guarda anche la prima parte dell'inchiesta:

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