Per Sacconi si interrompe il dialogo, mentre la Fiom parla di schiaffo alla condizione dei lavoratori e ricorda che solo il giorno prima la Fiat ha distribuiti di dividendi ai soci
La decisione di Fiat di chiudere i propri impianti l'ultima settimana di febbraio e la prima di marzo lascia interdetto il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "E' una decisione a freddo, che interrompe in qualche modo il filo del dialogo sociale, ci auguriamo di ricucirlo presto al tavolo dedicato al gruppo Fiat".
Molto più duro il commento di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil che sottolinea come la decisione di ricorrere alla Cassa Integrazione sia venuta il giorno dopo aver annunciato la distribuzione dei dividendi ai soci: " La Fiat un giorno annuncia laì distribuzione degli utili , il giorno dopo la Cig. Si tratta di uno schiaffo alla condizione dei lavoratori che hanno perso il lavoro o che da tempo sono in cassa senza alcuna integrazione al reddito da parte dell'azienda. La situazione - aggiunge - è paradossale, tenuto conto che nel frattempo l'azienda ha licenziato 38 lavoratori precari di Pomigliano e 16 di Termini Imerese. E, alla vigilia dell'incontro previsto per il 29 gennaio, utilizza un'operazione di blocco della produzione come strumento di pressione nei confronti del Governo e di risparmio per quanto riguarda la liquidità finanziaria del Gruppo". Nel denunciare l'atteggiamento inaccettabile della Fiat, la Fiom ribadisce "la necessità che il confronto avvenga, a partire da Termini Imerese, sull'insieme delle aziende del Gruppo e confermiamo lo sciopero unitario del 3 febbraio".
Il sindaco di Pomigliano d'Arco accanto agli operai Fiat:
Molto più duro il commento di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil che sottolinea come la decisione di ricorrere alla Cassa Integrazione sia venuta il giorno dopo aver annunciato la distribuzione dei dividendi ai soci: " La Fiat un giorno annuncia laì distribuzione degli utili , il giorno dopo la Cig. Si tratta di uno schiaffo alla condizione dei lavoratori che hanno perso il lavoro o che da tempo sono in cassa senza alcuna integrazione al reddito da parte dell'azienda. La situazione - aggiunge - è paradossale, tenuto conto che nel frattempo l'azienda ha licenziato 38 lavoratori precari di Pomigliano e 16 di Termini Imerese. E, alla vigilia dell'incontro previsto per il 29 gennaio, utilizza un'operazione di blocco della produzione come strumento di pressione nei confronti del Governo e di risparmio per quanto riguarda la liquidità finanziaria del Gruppo". Nel denunciare l'atteggiamento inaccettabile della Fiat, la Fiom ribadisce "la necessità che il confronto avvenga, a partire da Termini Imerese, sull'insieme delle aziende del Gruppo e confermiamo lo sciopero unitario del 3 febbraio".
Il sindaco di Pomigliano d'Arco accanto agli operai Fiat: