
Coronavirus, a Milano i ristoratori consegnano chiavi al Comune per protesta. FOTO
All'iniziativa, che ha visto sia una consegna fisica che una virtuale tramite foto, si sono uniti anche i gestori di altre attività, come parrucchieri e centri estetici, che non potranno riaprire già il 4 maggio nell'ambito della "Fase 2". LA FOTOGALLERY

I ristoratori milanesi, insieme ai gestori di altre attività, hanno messo in atto una protesta fortemente simbolica perché si sentono penalizzati dall'annunciato calendario di riaperture della "Fase 2" dell'emergenza Coronavirus. In vista di una più ampia manifestazione il prossimo 4 maggio, hanno infatti apparecchiato i tavoli, spento le luci e chiuso i loro locali. Poi hanno consegnato le chiavi al Comune della città
Coronavirus, ultime notizie dall'Italia e dal mondo
I ristoratori e gli altri gestori protestano contro la decisione del governo di mantenere la chiusura di queste attività commerciali anche nella prima parte della fase 2, che partirà il 4 maggio
Il calendario della fase 2
Alla protesta hanno aderito tra gli altri anche estetisti e parrucchieri
Coronavirus, in Germania i ristoratori protestano con le sedie in piazza. FOTO
Le ipotesi dal governo indicano infatti la data del primo giugno come possibile riapertura per ristoranti, centri estetici e saloni di bellezza

Una delegazione che rappresenta circa 2mila commercianti ha consegnato le chiavi di alcuni locali e ristoranti al Comune di Milano nella mattina del 29 aprile

Tale delegazione ha raggiunto la sede del Comune portando con sé anche le foto delle chiavi di altre attività

Prima la delegazione ha sfilato simbolicamente per via Manzoni, zona commerciale del centro cittadino

"Consegneremo 2mila chiavi di ristoranti, negozi di estetica, parrucchieri, sale cinematografiche al Comune per protesta", ha spiegato il promotore della manifestazione e ristoratore Alfredo Zini

"Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole. Abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza", ha aggiunto Zini

"Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di 4 persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante", ha spiegato il ristoratore

La delegazione ha sottolineato anche come pure sui dispositivi di protezione non ci sia chiarezza

A ricevere la delegazione a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, l'assessore al Commercio Cristina Tajani e il capo di Gabinetto del sindaco Mario Vanni

"Il Comune non può intervenire sulle riaperture", ha però sottolineato l'amministrazione cittadina

Si sta comunque nel frattempo mettendo in campo un piano per quando le attività potranno aprire, con la possibilità di espandersi all'esterno
Coronavirus Italia, Iss: "Monitorare misure fase 2 per almeno 14 giorni"
L'amministrazione ha aggiunto che si sta valutando anche un abbattimento della Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico
Coronavirus, congedi parentali straordinari fino a settembre e blocco licenziamenti