
Stretto di Messina, dopo il ponte si pensa al tunnel: il progetto e le posizioni. FOTO
“Sullo Stretto, dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, anche sottomarina”. È con queste parole che il premier Giuseppe Conte, il 9 agosto 2020, ha rivelato a sorpresa la nuova idea per collegare Sicilia e Calabria: un tunnel sottomarino. L’ipotesi, in realtà, era già stata scartata in passato per alcune criticità. Ecco chi è a favore e chi contro. LA GALLERY

Un tunnel sottomarino anziché un ponte per lo Stretto di Messina. La storia infinita su come collegare la Sicilia alla Calabria si arricchisce di un nuovo capitolo. Ad aprire alla nuova ipotesi è stato, il 9 agosto 2020, il premier Giuseppe Conte. Un’ipotesi che, in realtà, è stata già discussa - e scartata - in passato. Ecco il progetto e le diverse posizioni sulla vicenda
Ponte Stretto Messina, Conte: "Penso a un tunnel sottomarino". VIDEO
A rimettere in campo l’ipotesi tunnel è stato il premier. “Non posso dire faremo il ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti. Dobbiamo prima realizzare l'alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia, ma dobbiamo porci il problema di questo collegamento. Ci sono miracoli di ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova. È un ponte bellissimo. Sullo Stretto, dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l'ambiente, anche sottomarina", ha detto Conte da Ceglie Messapica all'evento La Piazza

Ed ecco che, se fino a quel momento l'unica strada percorribile sembrava il ponte, le parole a sorpresa del presidente del Consiglio svelano la nuova idea: un tunnel sottomarino. Un’idea che, in realtà, è già stata scartata in passato, anche per la sismicità dell'area e per le forti correnti. Ma il governo sembra intenzionato a riprovarci, tanto che presenterà la proposta in sede di Recovery Fund

L'idea viene dal viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Giancarlo Cancelleri, che una decina di giorni fa spiegava di avere quasi pronto un "progetto", che avrebbe consegnato al premier, "per la costruzione di un tunnel subalveo" nello Stretto, messo a punto "con il supporto di ingegneri ed esperti". Progetto che, secondo indiscrezioni, sarebbe in parte in superficie e in parte sottomarino

“Abbiamo avuto una proposta da parte di un gruppo di ingegneri che ci ha sottoposto questa ipotesi del tunnel sottomarino al posto del ponte sullo Stretto di Messina", ha confermato anche la titolare dei Trasporti Paola De Micheli, spiegando che si stanno facendo "tutte le analisi tecniche del caso perché quella è un'area sismica". L'idea è comunque di andare avanti. "Presenteremo la nostra proposta in sede di Recovery Fund", ha fatto sapere la ministra Dem

Il progetto dovrebbe essere quello presentato nel giugno 2017 dall'ingegnere Giovanni Saccà, quando a guidare il ministero c'era Graziano Del Rio, che indicò come l'ipotesi del ponte non fosse la "principale". “È rimasto agli atti – ha spiegato Saccà all'Agi – ma, semplicemente, noi abbiamo oggi la possibilità e gli strumenti per mettere in atto ciò che scrisse nel 1870 l'ingegnere Albero Carlo Navone", quando ipotizzò "un tunnel sottomarino da realizzarsi tra Villa San Giovanni e Ganzirri, con una visione che, 150 anni dopo, consideriamo ancora moderna"

L'ipotesi si fonda, dal punto di vista geormorfologico, sull'esistenza nello Stretto della Sella tra Villa San Giovanni e la Contrada Arcieri di Messina. “È una zona poco profonda – ha spiegato Saccà – che indica una continuità montuosa tra l'Aspromonte in Calabria e i Peloritani in Sicilia". La Sella dello Stretto è "a una profondità di 170 m ed è larga 2 km. Scendendo a 50 m si può scavare un tunnel subalveo impiegando strutture offshore, piloni GBS (Gravity-Based Structure) inseriti su un terreno che qui si trova solo a circa 100 m sotto il livello del mare"

Il tunnel costituirebbe un prolungamento del contratto di programma che riguarda la galleria Gioa Tauro-Villa San Giovanni. "Si tratta di allungarla per 4 km – ha detto Saccà, dirigente del gruppo Fs e presidente della commissione Infrastrutture dell'ordine degli ingegneri della Lombardia – e farla risalire in Sicilia per altri 17, fino a farla collegare con i binari ferroviari per Catania e Palermo, con due stazioni sotterranee nel comune di Messina"

Quanto all'attraversamento per i veicoli, Saccà ha ipotizzato "un secondo tunnel, ma più corto", da realizzare dopo quello ferroviario. Quanto ai tempi di realizzazione e ai costi, il tunnel verrebbe realizzato in circa 5 anni, con un esborso di 1,5 miliardi, cui "bisognerà aggiungere il costo di tutte le opere accessorie che dovranno essere realizzate sia in Calabria sia in Sicilia (nuove stazioni eccetera) e ovviamente le opere compensative che per queste verranno richieste"

Ma la strada per il tunnel potrebbe essere in salita. Fonti parlamentari qualificate del Pd, infatti, hanno fatto notare come ci siano grandi dubbi sul fatto che si possano usare i fondi del Recovery Fund per uno studio di fattibilità di un'opera

C'è poi da considerare anche il fatto che l'idea di un tunnel (sia sotterraneo, sia a mezz'acqua, cosiddetto “archimede”) venne già presa in considerazione e fu oggetto di approfondite valutazioni in passato: fu poi scartata per una serie di criticità che ancora oggi esistono (Il progetto del ponte sullo stretto di Messina in un'elaborazione al computer del 25 maggio del 2005)

Ad esempio, tra le criticità rientrano il fatto che la "zona è altamente sismica e c’è il problema delle correnti marine molto forti", oltre alla profondità. Tutto questo renderebbe l'opera "molto più complessa" del tunnel della Manica, ha spiegato il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano. Nel tratto di mare più breve dove sarebbe passato il ponte le profondità variano tra 80 e 100 metri

I geologi, poi, avvertono che c'è un altro problema. L'idea di costruire un tunnel "è ingegneristicamente fattibile", ma c'è da affrontare il problema delle faglie, hanno spiegato Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, e Andrea Billi, del Cnr. Lo Stretto, hanno ricordato, è "attraversato dal sistema di faglie che nel 1908 generarono il sisma di Messina e che permettono a Calabria e Sicilia di allontanarsi di un millimetro l'anno”. Gli ingegneri dovrebbero quindi trovare il modo di risolvere questo problema, “tutto dipende da come sarebbe orientato il tunnel"

Accanto a questi problemi si aggiunge poi il nodo della “security”, ha fatto notare l'ex dirigente del Mit Ercole Incalza. Quest’ultimo intravede "scuse" per non fare il ponte, per il quale "il progetto definitivo c'è, è pronto e può partire entro sei mesi" (una foto del progetto sul ponte del febbraio 2010)

Bruno Finzi, presidente dell'ordine ingegneri di Milano, ha dichiarato che non è il caso di buttare all'aria "20 anni di studi di fattibilità" sul Ponte sullo Stretto, visto che "dal punto di vista ingegneristico non ci sono stati progressi esterni tali" da cambiare la situazione. Ci sono stati, ha spiegato, "20 anni di studio molto accurato che sono poi finiti nel determinare che la soluzione migliore era quella del ponte a campata unica” (Nella foto, elaborazione grafica del progetto del ponte sullo Stretto di Messina del 2011)

Un ponte o un tunnel, purché si faccia: è questa, invece, l’opinione di Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. "Al momento – ha spiegato – una posizione ufficiale degli architetti non c'è ancora. Ma posso dire che riteniamo assolutamente necessaria una infrastruttura di collegamento con la Sicilia” (nella foto, elaborazione grafica del progetto del ponte sullo Stretto di Messina del 2011)

Nel dibattito è intervenuta anche Legambiente. "Il governo Conte punta sul tunnel mentre i governi Berlusconi puntavano sul ponte ma" per quanto riguarda lo Stretto di Messina "nulla cambia: il problema è sempre uguale. Una volta che arrivi a Messina o a Reggio Calabria ti muovi nello stesso paese che c'era tra gli anni '60 e '70", ha detto all'Agi Stefano Ciafani, ingegnere ambientale e presidente nazionale di Legambiente. "Questo Paese, più che di parole e di annunci, ha bisogno di grande concretezza”, ha aggiunto (nella foto, elaborazione grafica del progetto)

Nel mondo della politica, è contraria all’idea del tunnel Italia Viva. Anche dentro Forza Italia si liquida il tunnel come una "boutade" agostana o un "modo elegante per dire che questo governo non ha intenzione di affrontare in modo serio il dossier". Voci contrarie anche dalla Sicilia. "Volendo pensare male si può credere che il tunnel sia una comoda trovata per mettere a tacere" chi chiede il ponte e "rinviare il tavolo di confronto", ha detto il governatore Musumeci. Mentre il sindaco di Messina de Luca ha bollato tutto come "un'ennesima sciocchezza"