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Liliana Resinovich, indagato il marito: la svolta da una nuova perizia. Cosa sappiamo

Cronaca
©Ansa
Omicidio Resìnovich, per la cugina si sapeva che non era un suicidio
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Omicidio Resìnovich, per la cugina si sapeva che non era un suicidio
00:01:56 min

Introduzione

Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni trovata senza vita il 5 gennaio 2022, a Trieste, è stato iscritto ufficialmente nel registro degli indagati ad aprile 2025. 

 

La svolta è arrivata dopo che il Gip Luigi Dainotti aveva disposto nuove e approfondite indagini. Fondamentali i risultati della consulenza medico legale che ha smontato l'ipotesi del suicidio della donna. Ecco cosa sappiamo sappiamo sulla vicenda e quali sono stati gli ultimi sviluppi

Quello che devi sapere

La scomparsa e poi il ritrovamento del cadavere

  • Liliana Resinovich, 63 anni, era scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021. Il suo copro era stato trovato senza vita il 5 gennaio 2022. Inizialmente gli investigatori hanno ipotizzato che la donna si fosse suicidata, ma una recente perizia, disposta dopo che la giudice per le indagini preliminari di Trieste aveva respinto la richiesta di archiviazione del caso, ha escluso questa ipotesi: secondo la perizia, Resinovich sarebbe stata aggredita e soffocata probabilmente il giorno della scomparsa.

Per approfondire:

Liliana Resinovich, medico legale: "Uccisa la mattina del 14 dicembre"

La scomparsa e poi il ritrovamento del cadavere

La nuova perizia

  • Il corpo di Resinovich venne trovato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste: aveva un sacco infilato dalla parte della testa e un altro dalla parte dei piedi. Sulla testa c’erano anche due sacchetti trasparenti usati per la conservazione di alimenti legati con un cordino. Gli inquirenti in una prima fase si sono orientati sulla pista del suicidio. Poi il corpo della donna è stato riesumato a febbraio del 2024 per nuove analisi. 
  • La svolta è arrivata dopo che il Gip Luigi Dainotti aveva disposto nuove e approfondite indagini. Fondamentali i risultati della consulenza medico legale che ha smontato l'ipotesi del suicidio. Nelle oltre 200 pagine relative alla consulenza, si legge che Liliana è stata uccisa. Non solo. "In via di elevata probabilità" la 63enne è morta "nella mattinata del 14 dicembre 2021 entro quattro ore dalla colazione". Cioè la mattina stessa in cui è scomparsa, prima che il suo corpo venisse trovato nel boschetto di San Giovanni il 5 gennaio successivo. La fascia oraria indicata dalla perizia è facilmente individuabile, visto che Liliana aveva fatto colazione intorno alle 8/8.30. La donna era poi stata vista l'ultima volta alle 8.50, ripresa dalla videocamera di un autobus, mentre attraversa piazzale Gioberti, vicino a casa. 
  • Nella perizia sono stati inoltre documentati segni di ferite in diverse parti del corpo di Resinovich che sarebbero state inferte alla donna poco prima della morte.

Come è morta la donna

  • Secondo la perizia, inoltre, sarebbe stata una manovra al collo, cioè un movimento di iperflessione o iperflessione combinato con forze di rotazione del segmento cervico-toracico, il "chokehold", a causare la morte di Liliana Resinovich. La relazione esclude anche "un evento accidentale come una caduta" perché "sarebbe necessario che questa fosse avvenuta in maniera rocambolesca, con un rotolamento o un movimento tale da fare urtare il volto più volte contro una superficie piana o ottusa".

Sebastiano Visintin iscritto nel registro degli indagati

  • Ad aprile 2025, Sebastiano Visintin, vedovo di Liliana Resinovich, è stato iscritto nel registro degli indagati in merito all'omicidio di sua moglie. Gli agenti della Squadra mobile sono andati a casa sua l'8 aprile e hanno compiuto una perquisizione durata sette ore, poi il giorno dopo, gli sarebbe stato notificato l'atto relativo alla iscrizione. Al momento sarebbe l'unica persona indagata. Visintin ha raccontato che "durante il sopralluogo" è "rimasto seduto sul divano, non ho idea di dove abbiano guardato i poliziotti". 

Sebastiano Visintin iscritto nel registro degli indagati

Visintin si sposta in Austria

  • All'indomani della notizia di essere stato iscritto nel registro degli indagati, Sebastiano Visintin è in Carinzia, nel Sud dell'Austria, al confine con il Friuli Venezia Giulia, meta turistica anche per i triestini. Lo ha detto lui stesso all'Ansa che lo ha raggiunto telefonicamente. "Sono venuto a riposarmi, non sto bene, oggi mi sento un po' meglio, ho anche qualche problema fisico", ha detto il marito di Liliana Resinovich. "Non sono preoccupato", la vicenda, "è ingigantita, vediamo ...". 

Le richieste del fratello della vittima

  • Pochi giorni prima di questi sviluppi, Sergio Resinovich, fratello della vittima, aveva chiesto che la magistratura indagasse su Visintin, accusandolo di un coinvolgimento nella morte di Liliana. Ed era stato particolarmente circostanziato nelle sue accuse, indicando anche “familiari e persone che gli sono vicini”, in particolare “il figlio, sua moglie e la cerchia dei loro amici”. Aveva anche indicato un movente, parlando di femminicidio a sfondo economico con, in più, una volontà di “controllo”.
  • Già due anni fa l'uomo aveva depositato in procura un atto in cui faceva la stessa richiesta. Ed infine un dettaglio: “Solo lui aveva convenienza a far trovare il corpo perché così entrava in possesso dell’eredità, di cui un terzo è stato dato a me, e rientrava anche nella reversibilità della pensione“. 

Per approfondire:

Caso Resinovich, il fratello: “Indagate su marito Visintin e figlio: è stato femminicidio"

Le reazioni

  • Sui nuovi sviluppi del caso si è espresso anche Claudio Sterpin, amico della vittima: "Finalmente. Da tre anni aspettavo questo momento. Bene, anche se è sempre troppo tardi perché questa cosa dovevano farla gli investigatori di allora e invece si sono dimostrati almeno negligenti, altrimenti si sarebbero accorti di tutte le incongruenze del caso”. Sterpin ha ringraziato il fratello di Liliana, Sergio, e altri parenti "che si sono sempre battuti in modo forte per evitare la cremazione del corpo di Liliana. Altrimenti il caso non avrebbe mai avuto" questo sviluppo. "Dunque è grazie a loro - ha proseguito - se il caso non è stato archiviato". 

Per approfondire:

Sterpin: "Aspettavo questo momento"