Fare match tra comunità è possibile: un progetto che parla di inclusione

Cronaca

Roberta Giuili

L'idea, realizzata da UNHCR Italia, Refugees Welcome Italia, Ciac, con il sostegno dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è di promuovere relazioni di amicizia e sostegno reciproco fra persone rifugiate e volontari

Fare amicizia, farsi compagnia, darsi sostegno. Insomma, fare match tra persone ma anche tra comunità. Perché spesso le persone che arrivano nel nostro Paese non hanno contatti e nessun punto di riferimento. Il progetto "Community Matching" invece vuole far incontrare i rifugiati con volontari, o meglio dire con persone normali. Per spesso far nascere vere e proprie amicizie, a partire da passioni in comune.

Il progetto

Bari ma anche Bergamo, Bologna, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Roma e Torino. A fine 2022 oltre 350 persone hanno "fatto match" grazie al progetto dell'UNHCR, sostenuto dai partner Ciac e Refugees Welcome Italia e dall'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai attraverso i fondi 8×1000. 

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I numeri

I dati mostrano che questi "match" aiutano i rifugiati a migliorare il proprio livello di italiano e anche a sentirsi più sicuri e stabili.  Alina e Daniele a Roma, Ruth e Silvia a Milano, Stephanie e Cristina a Torino sono solo alcuni degli esempi, o meglio delle storie, di questo progetto. "Sono le relazioni significative che consentono a una persona di fiorire di nuovo, pur dopo molte difficoltà legate ai traumi di una migrazione forzata. Facilitare la nascita di questi rapporti di amicizia e sostegno reciproco, che altrimenti non esisterebbero, è il senso del nostro lavoro", dice Fabiana Musicco, direttrice Refugees Welcome Italia.

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