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I titoli di Sky TG24 del 17/03/2025, edizione delle 8
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Introduzione
Lo studente universitario di Lanciano, in provincia di Chieti, che frequentava Informatica all'Università degli studi di Perugia, è stato trovato morto in un appartamento lo scorso 29 gennaio. Sul caso la svolta è arrivata il 17 marzo, con un arresto, ai domiciliari, per il reato di "istigazione o aiuto al suicidio" eseguito a carico di un giovane residente nella provincia di Roma. Ecco le tappe della vicenda e i punti ancora da chiarire
Quello che devi sapere
La scomparsa e poi il ritrovamento del cadavere
- Andrea Prospero era scomparso senza lasciare tracce il 24 gennaio. Quel giorno avrebbe dovuto incontrare la sorella gemella per pranzare insieme alla mensa universitaria. Ma a quell'appuntamento Andrea non si è mai presentato. In un primo momento le ricerche si erano concentrate a Monteluce, zona dove la cella telefonica aveva agganciato il cellulare del ragazzo per un'ultima volta. Il suo corpo era poi stato ritrovato 5 giorni dopo, il 29 gennaio, in un appartamento nel centro di Perugia. Da subito è stato difficile ricostruire un quadro preciso di quanto accaduto ed è stata disposta l'autopsia sul corpo del giovane. Dagli esami è emerso che Andrea è morto in seguito a un'assunzione eccessiva di farmaci.
Per approfondire:
Le indagini sulla doppia vita dello studente

L'appartamento in affitto, i telefoni e le sim
- Lo studente alloggiava da alcuni mesi in un ostello. Ma il suo corpo è stato trovato in un piccolo appartamento preso da una ventina di giorni in affitto attraverso un'agenzia di affitti brevi. E per il quale il giovane aveva già chiesto di prolungare la locazione. Prospero è stato ritrovato seduto sul letto, vestito con le scarpe ai piedi, il pc poggiato sulle gambe e i flaconi di medicinali e droghe sul comodino. Nella camera sono stati repertati - oltre a diversi farmaci - diversi telefoni cellulari e molte sim card, oltre che alcune carte di credito.
Il padre: "Ditemi chi era mio figlio"
- Il padre del ragazzo, Michele Prospero, dalle pagine di Repubblica, dopo la morte del figlio ha lanciato un appello: "Vi prego, ditemi chi era mio figlio. Perché quel ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim, due carte di credito non sue, che dicono si sia ucciso ingerendo barbiturici, non è il figlio che ho conosciuto per 19 anni". "È chiaro che Andrea deve essere finito in qualche brutto giro di cui davvero nessuno di noi ha mai avuto nessun sentore. Quale che sia la verità, anche la peggiore, io ho bisogno di saperla per andare avanti".
Le preplessità del padre
- Il giovane, come ha ricordato anche suo padre, "si era iscritto in Informatica ma non era affatto un esperto, né tanto meno un genio. Non aveva neanche dato il primo esame. E ora me lo ritrovo morto con cinque telefoni, sessanta sim, misteriose carte di credito, gruppi Telegram che invitano a cancellare il suo contatto, e una stanza in un B&b che non si capisce con quali soldi abbia affittato, per farci cosa e quando ci andasse visto che anche a Perugia la sua vita era regolarissima".
Le indagini e un arresto
- Le indagini, a quanto trapela, si sono concentrate sul mondo della rete, con la Polizia che ha esaminato le schede sim e il computer di Andrea. E il 17 marzo c'è stato un arresto, ai domiciliari, per il reato di "istigazione o aiuto al suicidio" a carico di un giovane residente nella provincia di Roma.
- C'è poi un altro indagato, per cessione di un medicinale di tipo oppiaceo, come ha specificato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone il 17 marzo. "È stata eseguita una perquisizione in Campania - ha spiegato il magistrato - nei confronti di un giovane che riteniamo essere colui che ha venduto il medicinale. Non risponde dello stesso reato (istigazione o aiuto al suicidio, ndr) perché lui non era in grado ovviamente di conoscere la ragione per la quale Prospero lo ha utilizzato".
"Solo il primo tassello" dell'indagine
- Sempre il procuratore Raffaele Cantone, sul caso di Prospero, ha spiegato che si tratta di "un'indagine complicata, tutta fatta utilizzando i dati presenti sui cellulari e gli apparati informatici. Solo il primo tassello. L'indagine deve infatti continuare per comprendere poi tutta una serie di questioni che riguardano la presenza delle sim e di più cellulari. E soprattutto perché c'era l'utilizzo di questo appartamento" da parte del ragazzo.