"Aborto, il diritto conteso": l'obiezione di coscienza e il caso dell'ospedale di Ciriè

Cronaca

Roberta Giuili

Nello speciale di Sky Tg24 sulla Legge 194, si affronta anche il tema dell'obiezione di coscienza. In alcune strutture sanitarie tutti i medici hanno fatto questa scelta e serve trovare una soluzione. Ecco quello che è successo nell'ospedale di Ciriè, in provincia di Torino, dove siamo andati con le nostre telecamere

In Italia un medico, un anestesista o chi fa parte del personale non medico può dichiararsi obiettore di coscienza e decidere quindi di non praticare l'aborto. Lo stabilisce l'articolo 9 della legge 194, che specifica però che si è esonerati dalle "attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l'interruzione della gravidanza", ma non dall'assistenza che precede e segue l'intervento.

Quanti obiettori di coscienza in Italia

Nel nostro Paese circa due ginecologi su tre fanno questa scelta, così come il 44.6% degli anestesisti e il 36.2% del personale non medico. 

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“Aborto, il diritto conteso”, lo speciale di Sky TG24 sulla legge 194

Quando si tratta di obiezione di struttura

Dati che nella realtà si possono trasformare in quella che viene definita obiezione di struttura: e cioè ospedali in cui il 100% dei medici è obiettore di coscienza e il diritto all'aborto non può quindi essere garantito. Secondo l'indagine "Mai Dati" condotta da Chiara Lalli e Sonia Montegiove insieme all'Associazione Luca Coscioni, si tratterebbe di oltre 30 strutture in Italia. 

Una situazione che, come si vede dalla cartina, cambia da regione a regione e da provincia a provincia. 

 

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Aborto e legge 194 in Italia, cosa dicono i numeri. Grafici

Il caso di Ciriè

Era diventato un caso in materia l'ospedale di Ciriè, in provincia di Torino, dove il 100% dei ginecologi era obiettore di coscienza. Le donne per abortire erano costrette a muoversi verso le altre strutture della Asl o fino a Torino. 

Da marzo, come documentato nello speciale  di Sky Tg24  "Aborto, il diritto conteso", le cose sono cambiate grazie a una riorganizzazione del personale. Ora in sede i ginecologi sono 12, tre dei quali non obiettori e questo permette che il servizio dell'interruzione volontaria di gravidanza sia garantito. "La legge 194 va rispettata, sia in un senso che in un altro: per le donne che vogliono abortire e per i medici che si dichiarano obiettori", dice il nuovo direttore del reparto Bellino, lui stesso un obiettore (nel video in alto, il servizio sull'ospedale di Ciriè).

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