Investe una donna per cercare di ucciderla dopo una lite, uomo arrestato a Milano
CronacaLa vicenda risale al 27 novembre, quando i due avevano discusso in un albergo e l’uomo aveva poi atteso la vittima in strada tra via Porpora e via Lulli con l’intenzione di ucciderla con l’auto. La donna, di origine uruguaiana, è rimasta ferita a una gamba. Il 25enne, nato a Treviglio, è stato fermato ieri con l’accusa di tentato omicidio
Aveva investito una donna con l’auto con l’intenzione di ucciderla un uomo di 25 anni che ieri è stato arrestato a Milano con l’accusa di tentato omicidio. La vicenda risale allo scorso 27 novembre, quando il 25enne nato a Treviglio, in provincia di Bergamo, aveva litigato con la donna, di origine uruguaiana, mentre si trovavano in un albergo. L’uomo, dopo la lite e gli insulti, aveva lasciato la stanza e aveva atteso in strada la donna, tra via Porpora e via Lulli, zona Nord ovest di Milano. Poi, a bordo della sua Mercedes bianca con tettuccio nero, l’aveva investita con l’intenzione di ucciderla.
Cosa è successo
Secondo quanto ricostruito, l’uomo aveva cominciato a seguire con l’auto la vittima mentre questa camminava sul marciapiede, spaventandola e costringendola ad attraversare la strada per raggiungere il lato opposto. Poi, mentre lei attraversava, era ripartito bruscamente investendola con la parte anteriore dell'autovettura e fuggendo. La donna nell’impatto fortunatamente aveva riportato solo una ferita a una gamba e 25 giorni di prognosi. Dopo l’investimento, la vittima aveva denunciato l’accaduto e riconosciuto l’uomo da un profilo social: identità confermata anche dal portiere dell'albergo. Con questi elementi, uniti alle immagini delle telecamere e alle testimonianze di alcuni presenti, la polizia è riuscita a risalire all’investitore che ieri è stato rintracciato e arrestato.
Ora a San Vittore
Oltre al tentato omicidio, gli è contestata l'aggravante dell'aver approfittato di circostanze di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa. Come si legge nel capo d'imputazione,l'uomo, nato nel Bergamasco da famiglia nordafricana, "compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte" della donna provocandole il "distacco osseo dell'apice del malleolo peroneale di destra" con prognosi di 25 giorni, "non riuscendo nell'intento criminoso per cause indipendenti dalla sua volontà”. Dopo l’arresto è stato portato nella casa circondariale di San Vittore.