Girasoli strappati e il messaggio alla famiglia, Milano protesta in memoria di Alessandro

Cronaca
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"Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera": questo il messaggio lasciato da uno sconosciuto al posto dei fiori che la famiglia Meszley, ogni giorno da otto anni, lascia nel luogo in cui il figlio 15enne è morto. Reazione di solidarietà da parte dei milanesi: "Facciamo un tappeto di petali gialli"

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Alessandro Meszley aveva 15 anni quando, nel maggio del 2017, è morto mentre giocava a basket in un campetto di Milano. È da allora che, ogni giorno, la famiglia porta dei girasoli in via Dezza, in quel luogo di sport dove invece il giovane Alessandro ha perso la vita. Quegli stessi fiori, però, da alcuni mesi vengono strappati e buttati da uno sconosciuto che, nei giorni scorsi, ha anche lasciato un messaggio al posto dei girasoli: "Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera". Questa frase è arrivata in risposta a un altro messaggio lasciato dalla famiglia di Alessandro che chiedeva rispetto per i fiori per la memoria del figlio.

La reazione dei milanesi

Questa storia ha fatto il giro della città e dei social dopo che la mamma di Alessandro ha mandato una lettera al Corriere della Sera, chiedendo di lanciare un appello affinché i girasoli che ogni giorno da otto anni vengono portati al campetto di via Dezza non vengano strappati. Immediata la reazione di molti milanesi che, con gesti o parole, hanno manifestato affetto, vicinanza e solidarietà alla famiglia Meszley. Centinaia di messaggi e telefonate sono arrivate sia alla famiglia che al quotidiano che aveva reso nota la storia per dire che quei fiori devono stare lì, in quel luogo. "Non conoscevo Ale, ora sì", ha scritto un ragazzo commentando un post sui social. "Quel girasole lo difendo anch'io", ha commentato una lettrice. C'è chi propone un raduno lì, tutti con un fiore in mano, nei prossimi giorni: "Inondiamo Milano di girasoli", "Facciamo un tappeto di petali gialli".

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