Dai trasporti alla sanità: i temi storici delle regionali in Campania

Il 23 e 24 Novembre i cittadini campani sono chiamati al voto per scegliere il prossimo presidente della Regione. E sono tante le urgenze, tantissimi i bisogni della terza regione d’Italia, che si trova ad affrontare problemi atavici e nuove sfide. Le preoccupazioni restano immutate: disoccupazione, sanità e povertà. Diseguaglianze in aumento e povertà Per scattare una fotografia della Campania, bisogna partire dai poveri. Al Binario della solidarietà, struttura della Caritas, per esempio, arrivano sempre più famiglie, giovani, studenti e lavoratori che non riescono più a sostenere il costo della vita e non hanno più casa. E’ in realtà come queste che misuriamo la distanza tra i bisogni reali e le risposte della politica. L’ultimo dato Istat parla chiaro: la disoccupazione regionale è al 15,6 per cento, resta la più alta d’Italia. La povertà relativa coinvolge oltre un quinto delle famiglie, mentre il rischio esclusione sociale sfiora il 44 per cento. Eppure, accanto a un quadro sociale segnato da profonde diseguaglianze, ci sono anche segnali di movimento. Secondo la Banca d’Italia, nel 2025 l’economia campana è cresciuta dell’1%, sopra la media nazionale. A trainare sono il turismo, tornato ai numeri pre-pandemia, l’edilizia pubblica sospinta dagli investimenti del PNRR, e un export che continua a mostrare vitalità in alcuni settori. Un dinamismo che però non cancella le fratture, né sana le fragilità sociali. Lo dimostra, per esempio, il successo delle Giornate napoletane della salute, un’iniziativa che ogni anno porta in piazza del Plebiscito, a Napoli, una serie di visite gratuite: quest’anno ha registrato 50 mila partecipanti, molti dei quali in cerca di visite e controlli gratuiti. La sanità Sul fronte sanitario le criticità restano profonde. Pronto soccorso al limite, reparti sovraccarichi, carenza di personale medico e infermieristico, liste d’attesa che costringono molti campani a curarsi fuori regione. Secondo il Ministero della Salute, la Campania dispone di 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro una media nazionale più alta, mentre i posti di terapia intensiva si fermano a 0,12 per mille abitanti. Cresce intanto la sanità privata convenzionata, mentre la speranza di vita resta tra le più basse del Paese: 79,4 anni per gli uomini e 83,6 per le donne, dati che confermano un divario storico rispetto al Nord. La sanità, in questi anni, è stata terreno di scontro tra Regione e Governo per i criteri di finanziamento, come l’età della popolazione che in Campania è mediamente più giovane che nel resto d’Italia; criteri che sono stati ritenuti penalizzanti dall’amministrazione regionale. Altro terreno di scontro è stato il lungo commissariamento della sanità, che è terminato solo qualche giorno fa dopo che la Regione Campania ha vinto un ricorso al Tar contro il Governo. E tuttavia, nonostante limiti e ritardi, qualcosa si muove. Grazie alla rete di centri d’eccellenza, agli investimenti nella digitalizzazione delle prenotazioni e a una lenta ripresa degli screening oncologici, si registra un miglioramento nell’accesso ai servizi essenziali. L’autonomia differenziata e la questione Sud Uno dei grandi temi è l’autonomia differenziata: il dibattito evidenzia che la legge quadro sull’autonomia differenziata prevede che non vengano trasferite competenze se non è garantito il rispetto dei Lep su tutto il territorio nazionale. Se i Lep sono finanziati e garantiti ovunque si possono trasferire le competenze. L’applicazione del principio, però, è il nodo più controverso. Sono almeno tre le questioni aperte: la prima è che la spesa storica al Sud e in Campania è più bassa , per cui si rischia di consolidare questo divario se i Lep non verranno finanziati con risorse aggiuntive; la seconda, è che le Regioni che hanno una base fiscale più forte e sono più ricche, avranno più possibilità di finanziare i servizi, mentre quelle che si trovano in una posizione svantaggiata, come la Campania, rischiano di restare indietro; la terzia, è che il Sud vive una carenza cronica di personale nei servizi, che dovrebbe essere colmata. I trasporti Altra carenza storica è quella che riguarda i trasporti. Ci sono stati dei miglioramenti ma, nel complesso, la situazione resta ancora critica, come fotografato dal rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, che si riferisce al 2023: treni vecchi , frequenze ridotte e rete poco integrata. Crescono i passeggeri, ma restano ritardi, disservizi e investimenti ancora insufficienti per colmare il divario nazionale. Passi avanti ce ne sono stati, come l’apertura di diverse stazioni della metropolitana, ma molto resta ancora da fare. Per dare la misura della strada da percorrere, basta una cifra: solo l’1,04 per cento del bilancio regionale è stato destinato ai trasporti. Meglio delle altre regioni del Sud, ma decisamente poco rispetto a quelle del Nord. La Circumvesuviana, poi, è stata classificata come tra le peggiori ferrovie d’Italia. E nelle aree interne va ancora peggio. Terra dei Fuochi, inquinamento, abusivismo Legati alla questione sanitaria ci sono inquinamento e Terra dei fuochi: nel 2025 anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha certificato l’enorme danno ambientale e l’attentato alla vita delle persone generati dal fenomeno, con una sentenza storica che ha rilevato che l’Italia ha violato l’art. 2, il diritto alla vita, a causa della mancata adozione di misure efficaci per proteggere l’ambiente e la vita delle persone. Tanto ancora c’è da fare anche su questo tema, dalle bonifiche al monitoraggio. E’ stata varata una legge, in proposito, dal Governo, che inasprisce le pene per chi inquina. La lotta all’abusivismo, poi, è strettamente connessa al dissesto idrogeologico; due esempi tra tutti: la frana di Ischia del 2022, che ha generato danni, vittime e feriti, e tutta l’enorme questione aperta dei Campi Flegrei, tra piani di fuga e miglioramento dell’edificato. In Campania, insomma, i bisogni non aspettano le scadenze elettorali: sono un’urgenza quotidiana che attraversa quartieri, ospedali, famiglie. Un terreno su cui misurare la capacità della politica di rispondere non a promesse, ma a necessità reali.

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Gaia Bozza