Test di Medicina, quando il "promosso al 100%" diventa ingannevole

“Supera il semestre filtro di Medicina al 100%. Garantito!”. Annunci come questo, all’apparenza gli stessi che da anni promuovono i corsi di preparazione ai test di Medicina, sono costati a molte società private di formazione universitaria la menzione in un esposto del ministero dell’Università e della Ricerca all’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Inoltrato, solo per conoscenza, anche alla Procura di Roma. Nella segnalazione, il dicastero suggerisce che alcuni messaggi pubblicitari potrebbero essere “ingannevoli” e costituire una “pratica commerciale scorretta”. Sui social la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ribadisce: “Vogliamo capire se dietro ci sia pubblicità ingannevole o messaggi fuorvianti capaci di creare facili illusioni tra gli studenti”. Eppure, si tratta di promozioni che si ripetono simili da anni. Quello che è cambiato, a partire da questo settembre, è il test di ammissione a Medicina: non più preliminare all’iscrizione, ma posticipato al termine di un semestre filtro. Un esame diverso, quindi, da tutti i precedenti. “Le simulazioni proposte – si legge nell’esposto del Ministero – non possono replicare fedelmente gli esami ad oggi mai svolti. E l’informazione relativa ai tassi di successo si basa su sistemi precedenti diversi dall’attuale impianto”. Tradotto: nessuno potrebbe vantare uno storico di successi per un test che non ha mai visto la luce. Tantomeno al 100%. Servono ancora i corsi privati per il nuovo test? Tutto ruota attorno alla riforma del test di Medicina. Che non è stato abolito, come più volte annunciato dal Governo, ma solo rimandato al termine di un semestre in cui gli studenti frequenteranno tre corsi propedeutici: Chimica, Biologia e Fisica. Ed è su queste discipline che verterà il nuovo esame di Medicina. “Per anni l’accesso a questa facoltà – sostiene Bernini – si è basato su test a crocette con quesiti spesso generici, che hanno spinto molti ragazzi e famiglie a investire ingenti somme in corsi privati. Ora non serve più”. Le nuove prove saranno a tutti gli effetti esami scritti – simili agli altri previsti dal curriculum – sui programmi dei tre corsi frequentati nel primo anno, i cui risultati saranno iscritti sia nel libretto personale sia nella graduatoria nazionale, da cui verranno selezionati a gennaio i nuovi aspiranti medici. Eppure, le lezioni in aula potrebbero comunque non bastare a rallentare la formazione privata: “Quelle menzionate nell’esposto sono tutte società che si occupano di formazione da anni – commenta Dino Caudullo, avvocato presidente della Società italiana di diritto e legislazione scolastica – Nel tempo, la partecipazione ai loro corsi è stata amplissima. Difficilmente, anche se cambieranno i test, questa calerà a picco nell’arco di un anno”. Cosa rischiano le società di formazione L’oggetto dell’esposto del Ministero sono i messaggi pubblicitari, non i corsi. Nella segnalazione il dicastero ne cita alcuni: “95% di successo”, “Tasso di successo del 98,3%”, “Due candidati su tre raggiungono il proprio obiettivo” o ancora “Più di 20mila ammessi in 15 anni”. Queste pubblicità, “fuorvianti”, secondo Bernini, potrebbero costare alle società di formazione una sanzione amministrativa. Spiega Caudullo: “Il Ministero ricorda che questi corsi non possono aver fatto nessun rodaggio, né tantomeno le aziende possono far riferimento a uno storico che non esiste, perché i test sono nuovi. L’Antitrust dovrà valutare caso per caso, ma l’assicurazione del successo al 100% rischia davvero di essere una pubblicità ingannevole”. Al momento l’autorità non ha avviato alcuna attività istruttoria e la Procura, che è stata solo informata dell’esposto all’Antitrust, non si è mossa in nessuna direzione. “Dal punto di vista penale – continua il presidente di Sidels – si potrebbe ipotizzare una frode in commercio, ma dobbiamo rimanere molto cauti su questo punto. Credo che sia quantomeno discutibile parlare di frode in commercio avendo in mano solo questi annunci. In generale, il Governo si è espresso in modo molto generico nell’esposto: credo che l’intento del Ministero sia quello di mandare un segnale pubblico, più che di cercare giustizia”. A cosa stare attenti: i consigli dell'avvocato Con ogni probabilità, dunque, i corsi continueranno a esistere – e a vendere – adattando l’offerta ai nuovi esami. “Sono pratiche commerciali molto efficaci – spiega Caudullo – E gli utenti, pur non essendo costretti a frequentare i corsi, spesso li accettano per carenza di alternative. Moltissimi accedono a Medicina preparandosi con società private”. Riconoscere una pubblicità fuorviante, perciò, diventa ancora più importante. “Bisogna stare attenti a chi ci si affida – conclude l’avvocato – Prima di tutto, serve verificare l’esperienza della società. Se è sulla piazza da tanti anni, come alcune menzionate anche nell’esposto del Ministero, allora è più probabile che i suoi corsi siano efficaci. Per lo stesso motivo, bisogna anche verificare le percentuali di allievi che hanno superato il quiz. Deve essere alta, ma attenzione: a prescindere dal tipo di esame, nessuna azienda può garantire una percentuale del 100% di promossi. Si tratta di un messaggio ingannevole e poco serio”.

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Test di Medicina, quando il "promosso al 100%" diventa ingannevole

Andrea Ceredani