Il mistero della scomparsa di Angela Celentano e la pista turca

“Angela ha mangiato?”, chiede Maria Staiano, madre di Angela Celentano, al marito, Catello Celentano. Il papà della piccola, tre anni appena, si gira. Lo sgomento gli deforma l’espressione del volto: non la trova. Angela non c’è più, è sparita nel nulla, come inghiottita: senza un grido, senza un rumore sospetto. È il 10 Agosto 1996 e la famiglia Celentano si trova sul monte Faito, a poca distanza da casa sua che si trova a Vico Equense. Si tratta di una scampagnata estiva: una gita per cercare fresco e relax insieme a un gruppo di circa quaranta persone della Comunità evangelica. Un mistero, quello della scomparsa di Angela Celentano, che da ventinove anni lascia con il fiato sospeso non solo chi non ha mai smesso di aspettarla, ma l’Italia intera. Una speranza che si è più volte riaccesa e spenta, a seguito di piste che poi si sono rivelate inconsistenti, come quella che portava in America Latina. L’ipotesi dei genitori è che Angela possa essere stata sottratta e poi venduta all’estero nell’ambito di un’adozione illegale. Oggi si riaccende la cosiddetta “pista turca”, che però dovrà trovare o meno delle evidenze. Il giorno della scomparsa di Angela Celentano Angela scompare intorno alle 13 del 10 Agosto 1996. Gli ultimi a vederla sono due bambini con i quali Angela avrebbe percorso un sentiero, ma le testimonianze si fanno da subito confuse. Renato, 11 anni, dice di essersi diretto verso l’auto per lasciare un pallone e Angela lo avrebbe seguito nonostante lui le avesse detto di non farlo, almeno per un tratto. E poi l’avrebbe lasciata a metà strada, quando lui avrebbe proseguito da solo. Avrebbe lasciato la palla in auto e sarebbe tornato senza rincontrarla sul tragitto. Tutto il gruppo cerca Angela, il posto è gremito come ogni estate ma nessuno sostiene di averla vista. Arrivano i soccorsi, intervengono i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia, l’Esercito, unità cinofile ed elicotteri: la Prefettura di Napoli, che coordina le ricerche, conclude che Angela non si trova più lì. È già altrove. Viva, si spera. Qualcuno dice di aver visto in zona un’auto con due stranieri a bordo. Le indagini sulla scomparsa C’è quel filmato amatoriale, ormai entrato nella memoria collettiva, che ritrae la piccola Angela mentre gioca insieme agli altri bimbi: viene mostrato a ripetizione, dai carabinieri di Vico Equense, che ascoltano tutti i compagni di viaggio della famiglia Celentano. Il 19 Agosto, nove giorni dopo la scomparsa, squilla il telefono: risponde Catello, il papà di Angela. Dall’altra parte sente il lamento di un bambino. Un pianto inconsolabile. Ci sono anche due voci, una maschile, l’altra femminile, che pronunciano parole poco comprensibili. La voce maschile, sul finire dell’inquietante telefonata anonima, dice parole che assomigliano a: “Tuo papà”. Non viene avanzata nessuna richiesta né nessun'altra comunicazione: qualcuno ha voluto far sentire la voce di Catello alla bambina? E quel pianto disperato è davvero quello di Angela Celentano? Si tratta di un mitomane oppure, peggio, di un tentativo di depistaggio? Secondo un testimone, è all’interno della stessa Comunità evangelica che gli investigatori devono scavare. Poi arriva la testimonianza di un altro ragazzino, Luca, di 12 anni: afferma di aver incontrato Renato insieme alla bambina mentre percorreva il sentiero verso il parcheggio con la bambina, lui lo avrebbe invitato a riportare la piccola dai genitori ma Renato avrebbe continuato a camminare con lei. Come si vede, due racconti opposti e contrapposti. Le versioni di Luca Ma anche le versioni di Luca cambiano più volte. La prima, che avete appena letto, parla di una bimba che segue l’altro amichetto, Renato, che invece agli inquirenti aveva raccontato di averla lasciata a metà strada e non averla più vista. La seconda versione di Luca arriva a distanza di diversi mesi dai fatti, l’8 Marzo 1997. Ed è sconvolgente: due uomini avrebbero rapito Angela. “Ho visto un uomo con i capelli castani e ricci – racconta agli inquirenti - che aveva preso Angela dalle mani di Renato e le aveva messo le mani davanti alla bocca per non farla gridare. Mi sono nascosto per osservare quello che stava accadendo. E ho visto che quest’uomo, insieme a un altro uomo, scappavano via con la bambina verso la strada. Renato era rimasto praticamente immobile e aveva ancora il pallone in mano”. Poi continua: “Mi sono messo a correre dietro di loro, l’uomo con i capelli ricci che aveva con sé la bambina ha tirato fuori un coltello puntandolo verso di me e la bambina, dicendomi che se avessi parlato o avessi fatto qualcosa di strano, avrebbero ucciso la bambina e anche la mia famiglia”. Aggiunge il numero di targa dell’auto e dice del tatuaggio di un serpente che l'uomo dai capelli ricci avrebbe avuto sul dorso della mano. Ma anche questa versione viene ritrattata: il 13 Marzo, Luca sostiene che quel racconto sia frutto della sua fantasia, fatto in preda a una crisi di coscienza. “E se domani si pigliano Angela nel bosco?” Nel 1999 le indagini si concentrano su Gennaro Celentano, zio della bimba: viene accusato di aver rapito la bimba e vengono indagati anche quattro amici di famiglia e tre minorenni. Ma anche questa ipotesi verrà archiviata. I Carabinieri consegnano alla Procura un faldone di oltre cento pagine sulla questione. Vengono scartate varie piste, tra le quali nomadi stranieri, maniaco, rapimento. È ancora all’interno della Comunità evangelica che si concentra l’attenzione degli investigatori. Troppe incongruenze: la madre di Angela sostiene che la sera prima della gita una cugina della bimba, adolescente, avrebbe detto: “E se domani si pigliano Angela nel bosco?”. Anche questa ragazzina viene ascoltata, e gli psicologi stabiliscono che la 13enne avrebbe ripetuto qualcosa che ha sentito dagli adulti. Verrà poi ancora riascoltata molto tempo dopo, nel 2017: a quel punto ridimensiona quella storia sostenendo di aver raccontato ad Angela la favola di Cappuccetto Rosso. Un altro testimone racconta ai Carabinieri che intorno alle 13 del giorno della scomparsa, mentre era in auto, avrebbe incrociato un’auto, una Lancia Prisma oro metallizzato targata Perugia, in direzione Castellammare di Stabia e a tutta velocità. Alla guida ci sarebbe stato un uomo con la coda. Ci sarebbe stato uno scontro di striscio e lo specchietto sarebbe saltato via, ma l’auto avrebbe continuato a correre. Luca, uno dei due ragazzini che avevano visto per ultimi Angela, aveva dichiarato – tra le varie versioni- proprio di aver visto due uomini portare via la bambina, in un'auto guidata da un uomo con il codino. Ma di certo resta solo la discordanza tra tante versioni diverse. Il Sudamerica Nel 2010 una ragazza messicana che diceva di chiamarsi Celeste Ruiz Tellez contattò la famiglia della bambina sul sito internet nato per raccogliere segnalazioni, sostenendo di essere Angela. Ma l’Interpol e gli inquirenti italiani collegarono quella utenza a un uomo di nome Cristino Ruiz, che aveva usato la foto di una donna, una psicologa messicana, completamente ignara di quel furto d’identità. La donna, rintracciata dagli inquirenti, si sottopose all’esame del Dna e ci fu la conferma che non si trattava di Angela Celentano. Ci fu poi un’altra modella venezuelana che sosteneva di essere Angela: anche in quel caso, il Dna sconfessò quella possibilità. La pista turca L’ipotesi, in realtà non nuova perché considerata dalla Procura di Napoli già nel 2009, ha ripreso quota nell’ultimo anno, con le dichiarazioni di una blogger che sostiene che un alto prelato, in punto di morte, le avrebbe confessato di avere questa informazione: la bambina sarebbe stata venduta e data in adozione illegale a un veterinario dell’isola turca Buyukada. La blogger avrebbe anche incontrato questa persona, dopo aver intrapreso in autonomia un viaggio per cercarla. Dopo aver fatto accertamenti, la Procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione del caso perché non ci sarebbero elementi sufficienti a suffragare questa tesi e perché non ci sarebbe grande somiglianza tra Angela e la ragazza ritratta in una foto. A quel punto, però, è intervenuta la famiglia di Angela, che tramite l’avvocato Luigi Ferrandino, che segue da anni il caso, ha chiesto l’esame del Dna. La gip Federica Colucci, nel rigettare la richiesta di archiviazione, ha disposto che venga rintracciata la ragazza, con la quale il contatto non dovrebbe essere a questo punto difficile, e venga effettuato anche stavolta l’esame del Dna. Le parole dell’avvocato “Un altro anno senza Angela, ma la speranza di ritrovarla è sempre viva – dice il legale Ferrandino a Sky Tg24 Insider - Assieme alla famiglia Celentano non mi rassegnerò mai, fino a che questa storia non avrà un lieto fine. Valutiamo ogni segnalazione con attenzione utilizzando la nostra esperienza nella ricerca di persone scomparse. Stiamo lavorando alacremente per portare a termine l’indagine in Turchia, nella quale credo, con le dovute cautele necessarie quando si lavora ad una pista”. Tante piste, tante contraddizioni Secondo le statistiche, dopo le prime 48 ore, si assottiglia sempre di più la speranza di ritrovare in vita una persona scomparsa, in particolare un minore, che nel caso di Angela aveva appena tre anni. E tante, troppe versioni discordanti raccolte negli anni nella cerchia di familiari, amici e conoscenti, hanno certamente complicato il quadro investigativo, oltre che gettare una luce sinistra su tutto il contesto, ma mai nulla di più. Tuttavia, la speranza dei genitori, da quell’ormai lontano 10 Agosto 1996, è sempre quella che Angela ritorni a casa.

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Gaia Bozza