Padova, donna sequestrata e violentata: aggressore scarcerato giorno prima

Cronaca

La vittima è una donna albanese che è stata contattata telefonicamente dall’uomo (a lei sconosciuto) il quale affermava di avere importanti notizie riguardo al figlio diciottenne. Convinta a scendere in strada, è stata poi costretta dall'uomo a seguirlo in un appartamento nel quartiere Palestro. Il 36enne kossovaro era stato scarcerato venerdì scorso dal "Due Palazzi", dove aveva scontato una pena di 10 mesi per reati contro il patrimonio

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E' accusato di aver sequestrato e violentato una donna albanese sotto la minaccia di una pistola. Un cittadino kossovaro, di 36 anni e plurigiudicato, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova. La vittima una donna albanese che, contattata telefonicamente dall’uomo (a lei sconosciuto) che affermava di avere importanti notizie riguardo al figlio diciottenne, era stata convinta a scendere in strada per venire poi costretta a seguirlo in un appartamento nel quartiere Palestro. Sotto minaccia di una pistola nascosta nella cintura dei pantaloni, l’uomo l’ha poi condotta in un secondo appartamento, disabitato, dove l’ha violentata per due ore. Riuscita a fuggire, la donna è stata soccorsa da una volante della polizia e trasportata in ospedale dove è stata confermato lo stupro.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova nell'ambito del "Codice Rosso", hanno consentito agli agenti della Squadra Mobile di individuare rapidamente l'appartamento dove si nascondeva l'aggressore. Il 36enne kossovaro, già noto alle forze dell'ordine per numerosi reati tra cui furto, resistenza a pubblico ufficiale e immigrazione clandestina, era stato scarcerato venerdì scorso 11 aprile dal "Due Palazzi", dove aveva scontato una pena di 10 mesi per reati contro il patrimonio. Ora si trova ristretto presso la casa circondariale a disposizione dell'autorità giudiziaria, con accuse aggravate dai gravi e concordanti indizi di colpevolezze raccolti dagli investigatori.

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Zaia: "Fatto gravissimo"

"Un fatto gravissimo, che lascia sgomenti e che merita la più ferma condanna – il commento del presidente della regione Veneto Luca Zaia -. In attesa di quelli che saranno gli esiti giudiziari non possiamo che ribadire un principio fondamentale: ogni episodio di violenza sulle donne deve essere denunciato, raccontato, perseguito e represso con assoluta fermezza, applicando, laddove riconosciuta la colpevolezza, le pene massime previste dalla legge. E, soprattutto, soggetti come quello oggi fermato, spesso recidivi, vanno controllati con il massimo rigore anche al termine della condanna, che auspichiamo la più severa possibile, per tutelare la sicurezza collettiva. Alla luce dei precedenti penali, anche il perché fosse ancora libero di muoversi e delinquere nel nostro Paese pone molti interrogativi”.

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