L’età delle madri italiane alla nascita del primo figlio è la più alta dell’Ue: 31,8 anni

“Viva la mamma” cantava Edoardo Bennato. Era il 1989 e, al tempo, non era raro vedere in giro madri ventenni con il passeggino. Anzi, si trattava di una situazione piuttosto frequente, a sentire le statistiche. Secondo Istat, all’epoca, l’età media delle donne italiane alla nascita del primo figlio era di 26,7 anni. Facciamo un salto di tre decenni e la situazione del Belpaese si presenta assai differente. Nel 2023, dicono gli ultimi dati di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, le madri tricolori al momento del primo parto sono invecchiate di un lustro rispetto al 1989: 31,8 anni. Questo dato ha un’altra particolarità: è il più alto dell’Unione europea. Vale a dire in nessun altro Paese Ue le neo-mame sono così avanti negli anni. Il che è sia un effetto che una causa di un fenomeno che abbiamo ormai imparato a conoscere: la crisi demografica e di natalità del nostro Paese. VIAGGIO AL CENTRO DELLA CRISI DEMOGRAFICA Prima Tappa: Corea del Sud Seconda Tappa: la Sardegna Terza tappa: le Asturie Fertilità in calo Calo demografico e invecchiamento della popolazione sono ormai tendenze di lungo periodo. Nel 1989, quando Bennato cantava le mamme tricolori affezionate “alla gonna un po’ lunga”, in Italia nascevano oltre 560mila bambini. Nel 2023, l’anno a cui si riferiscono i dati Ue più recenti, la cifra è scesa a 379mila circa. In tre decenni abbiamo appeso 180mila fiocchi rosa e azzurri in meno. Una cifra leggermente inferiore alla popolazione di Modena e leggermente superiore a quella di Reggio Emilia, giusto per dare un’idea. Nel frattempo, l’età media delle donne al parto del primo figlio ha continuato a salire proseguendo una tendenza che era cominciata a metà degli anni ‘70 quando si raggiunse la massima gioventù delle puerpere alla prima esperienza: 24,7 anni. Da quel momento la cifra ha preso ad aumentare e ha continuato a farlo fino ad oggi quando ha toccato il punto più alto. Ma non è solo l’Italia a seguire questa traiettoria fatta di mamme più anziane e meno figli. Il Vecchio continente si muove lungo lo stesso solco per tutti gli indicatori demografici principali. L’età media delle madri al primo parto è passata da 28,8 anni nel 2013 ai 29,8 del 2023 quando il numero di nuovi nati ha raggiunto il livello più basso: 3,6 milioni. Nel 1964 erano quasi il doppio: 6,8 milioni. Nel frattempo, il tasso di fertilità della Ue, la statistica che misura il numero medio di figli per donna, è sceso a 1,38, un record negativo per l’Europa unita. In questo contesto più generale i singoli Paesi viggiano ovviamente a velocità differenti e l’Italia in qualche modo si distingue. Il tasso di fertilità tricolore nel 2023 era uno dei più esigui: 1,21 figli per donna. Solo Malta, Spagna, Lituania e Polonia presentavano una cifra inferiore. Dall’altro lato della classifica Bulgaria , Francia , Ungheria . Ma anche in questo caso i numeri non devono ingannare. Le statistiche di questi Paesi, le più alte del Vecchio continente, restano comunque lontane dalla soglia di 2,1 figli per donna che i demografi indicano come necessaria per mantenere stabile la popolazione senza il ricorso all’immigrazione. Questo vuol dire che anche gli stati più prolifici d’Europa, agli attuali livelli di fertilità, non saranno in grado di evitare la diminuzione dei residenti senza apporti dall’esterno.

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