Truffa al Sistema Sanitario e all'Asl di Napoli per certificati di morte: 67 arresti
CronacaScoperta una truffa sui certificati per i defunti. Per la documentazione falsa prodotta dal gruppo che comprendeva medici dell'Asl Napoli 1, imprenditori delle pompe funebri e dipendenti del Comune di Napoli, era stato stabilito un tariffario: 50 euro per il certificato di decesso per cause naturali e 70 euro per l'esame del Dna utile per la cremazione
Scoperto accordo tra medici e agenzie di pompe funebri per velocizzare l'iter verso le cremazioni. Stamattina, i carabinieri del Nas hanno dato esecuzione ad una maxi operazione che ha coinvolto 5 medici legali dell'Asl Napoli 1 e 33 società funebri napoletane. "Sono 67 presunti innocenti arrestati, tra carcere e domiciliari" ha precisato il procuratore Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa. I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata ad oltre 300 episodi di truffa, falso, corruzione e assenteismo. A coordinare le indagini, il pool Pubblica amministrazione della Procura di Napoli, con il procuratore aggiunto Sergio Amato.

Gratteri: indagine diversa che riguarda medici e infermieri
"È un'indagine diversa, che riguarda medici, infermieri, società che gestiscono i servizi di pompe funebri - ha spiegato Gratteri - sulla gestione di tutto ciò che riguarda le morti, le attestazioni del Dna per avere la certezza che corpo appartiene ad esatta identificazione del cadavere. Gli esami non venivano fatti da medici, bensì direttamente dai titolari delle pompe funebri, attraverso kit custoditi nelle agenzie e già firmati dai medici".

Nei guai medici Asl e comunali
Tra i destinatari di misure cautelari emesse dal gip di Napoli per ipotesi di reato diverse tra cui corruzione, peculato e truffa al servizio sanitario nazionale, ci sono medici dell'Asl Napoli 1, imprenditori del settore delle pompe funebri e dipendenti del Comune di Napoli. Gli inquirenti contestano anche il reato di associazione a delinquere perché il gruppo ha creato un sistema che in tutta la città ha creato una rete offriva servizi che andavano dai certificati medici che attestavano che un defunto era deceduto a casa a false patologie per avere il tagliando che consente di parcheggiare nelle aree per invalidi.
C'era la tariffa: 50 euro a certificato
Per la documentazione falsa prodotta dal gruppo che comprendeva medici dell'Asl Napoli 1, imprenditori delle pompe funebri e dipendenti del Comune di Napoli, era stato stabilito un tariffario: 50 euro per il certificato di decesso per cause naturali e 70 euro per l'esame del Dna utile per la cremazione.

Oltre 300 casi emersi in due anni di indagini
Gli oltre 300 casi emersi nei due anni di indagini sono concentrati nel distretto di via Chiatamone, a Napoli, dell'Asl Napoli 1 Centro. L'indagine ha preso il via da una segnalazione del direttore generale della Asl, dopo un esposto anonimo. Gli indagati, tra cui 5 dirigenti medici e una trentina di imprenditori, devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, falso ideologico, corruzione, peculato, false attestazioni e truffa aggravata al Servizio Sanitario Nazionale.