Truffa a nome di Crosetto, contattati per falsi riscatti anche Armani e Bertelli

Cronaca
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I malviventi hanno sfruttato il nome del ministro della Difesa per estorcere soldi con fantomatici riscatti per liberare giornalisti tenuti in ostaggio in teatri di guerra in Medio Oriente

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Anche lo stilista Giorgio Armani e l'imprenditore Patrizio Bertelli sarebbero tra le persone contattate dal gruppo di truffatori che hanno sfruttato il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto per estorcere soldi, fantomatici riscatti da pagare per persone rapite, giornalisti in particolare. Una vittima dei malviventi ha versato in due tranche il milione di euro ai truffatori che chiedevano un anticipo di denaro a nome di Crosetto per liberare giornalisti tenuti in ostaggio in teatri di guerra mediorientali. La persona in questione, però, non sarebbe né Armani né Bertelli. Agli inquirenti milanesi risulta - al momento - che altre due persone fuori dal capoluogo lombardo hanno formalizzato la denuncia in relazione al raggiro.

Cosa sappiamo

Finora nel fascicolo aperto in Procura a Milano è arrivata una denuncia di un noto imprenditore milanese che avrebbe versato un milione di euro e si lavora anche su almeno sette segnalazioni, tra cui appunto quella che fa riferimento allo stilista Giorgio Armani e a Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo. Gli episodi, tra truffe messe a segno, tentate e contatti, potrebbero arrivare ad una decina in tutto, sempre casi che hanno riguardato facoltosi imprenditori e importanti famiglie di industriali. E si stanno raccogliendo altre querele. Due denunce, tra l'altro, sono state presentate in altre sedi giudiziarie e arriveranno per competenza nel capoluogo lombardo. Il pm Giovanni Tarzia e il procuratore Marcello Viola, nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, sono al lavoro per bloccare quei versamenti da un milione di euro su conti esteri, anche se pare difficile si riescano a congelare. Sono stati attivati comunque tutti i canali di cooperazione internazionale per arrivare a bloccare quei soldi, in particolare su un conto europeo. Il presunto gruppo di truffatori sarebbe riuscito ad utilizzare tantissimi numeri "clonati", uno con prefisso di Roma, ma anche dello staff del ministro Crosetto

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