
Gli agenti della squadra mobile e del Sisco hanno eseguito un'ordinanza cautelare della dda di Palermo nei confronti di 19 indagati: 17 di questi sono finiti in carcere e altri due agli arresti domiciliari. L'accusa a vario titolo è di associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni ed altri reati connessi
Diciannove arresti, sequestri per 10 milioni di euro e sigilli a imprese e immobili. Gli agenti della squadra mobile e del Sisco hanno eseguito un'ordinanza cautelare della dda di Palermo, diretta dal procuratore Maurizio de Lucia, nei confronti di 19 indagati: 17 di questi sono finiti in carcere e altri 2 agli arresti domiciliari. L'accusa a vario titolo è di associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni ed altri reati connessi. Il blitz è stato effettuato nell'ambito delle indagini avviate con il coordinamento della Dda sul mandamento mafioso Uditore-Passo di Rigano a Palermo.
Il blitz
L'operazione ha coinvolto, tra i destinatari del provvedimento cautelare, i boss dell'ala corleonese di Cosa Nostra, alcuni dei quali erano stati scarcerati. Tra i destinatari del provvedimento ci sono il costruttore 82enne Franco Bonura, libero dal novembre 2020, il capomafia Agostino Sansone e Girolamo Buscemi. “Nel corso di questa indagine è emersa la volontà di alcuni indagati, dopo un aver scontato un periodo di detenzione, di consolidare le posizioni di potere anche attraverso il controllo e la gestione, all'interno dell'area mandamentale, delle attività produttive legate in particolar modo al settore dell'edilizia", hanno riferito gli investigatori. In particolare, Bonura dopo la scarcerazione sarebbe "risultato particolarmente attivo nella riorganizzazione di una rete relazionale qualificata allo scopo di ribadire la propria forza ed ingerenza, ma anche al fine di condividere i vantaggi economici delle citate iniziative imprenditoriali".
Le indagini
Nel corso dell'inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Giovanni Antoci della direzione distrettuale antimafia, sono stati documentati "sporadici incontri presso locali per allacciare e consolidare relazioni con esponenti siciliani della vita politica e imprenditoriale”. Incontri che “si svolgevano anche in un fondo agricolo nell'area di Passo di Rigano". L'organizzazione controllava le attività produttive nel settore edilizio, favorendo le imprese collegate a imprenditori, poi sottoposti a misura cautelare. È stata sequestrata anche la discoteca Notre Club, dove nel dicembre 2023 fu assassinato Lino Celesia al culmine di una lite. Secondo gli investigatori, il locale sarebbe riconducibile ai Sansone. Nel corso dell'operazione sono stati sottopostia sequestro preventivo diversi beni immobili e imprese, comprensivi delle quote sociali e di rapporti bancari riconducibili, a vario titolo, agli indagati per un valore stimato di circa 10 milioni di euro. In azione, anche equipaggi del reparto prevenzione crimine, di unità cinofile della polizia di Stato e della Scientifica.
Gli indagati
Il gip di Palermo, Antonella Consiglio, ha disposto la custodia cautelare in carcere per 17 indagati e gli arresti domiciliari per altri 2. In carcere sono finiti Girolamo Buscemi, 72 anni, ritenuto il boss di Passo di Rigano; Agostino Sansone, 76 anni, presunto capo famiglia dell'Uditore; il costruttore Franco Bonura, 82 anni; Eugenio Avellino, 58 anni; Gaetano Manlio Porretto, 69 anni; Dario Avellino, 29 anni; Giacomo Avellino, 63 anni; Giovanni Buscemi, 66 anni; Giuseppe Costa, 60 anni; Alessandro Costa, 40 anni, Giuseppe Sansone, 76 anni; Giusto Catania, 42 anni; Domenico Salerno, 52 anni; Gaspare Penna, 55 anni; Angelo Rosario Parisi, 69 anni; Roberto Sansone, 41 anni; Mauro Pace, 75 anni. Sono agli arresti domiciliari invece Antonino Buscemi, 71 anni, e Michele Spataro, 70 anni.
