Bonifica di Bagnoli, ricorso in Cassazione contro le assoluzioni. La difesa: "Sorpresi"

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L’avviso di deposito è stato notificato agli avvocati degli ex amministratori e tecnici della società partecipata del Comune di Napoli incaricata del progetto

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Si apre un nuovo capitolo nella lunga vicenda giudiziaria legata alla bonifica di Bagnoli. Come riporta Il Mattino, la Procura generale ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione emessa lo scorso ottobre dalla quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli, che aveva scagionato tutti gli imputati coinvolti nel processo per disastro colposo legato alla riqualificazione dell’area. L’avviso di deposito del ricorso è stato notificato agli avvocati degli ex amministratori e tecnici di Bagnoli Futura, la società partecipata del Comune di Napoli incaricata del progetto.

Le accuse e il ricorso del sostituto pg Stefania Buda

Il ricorso è stato firmato dal sostituto procuratore generale Stefania Buda, già titolare del fascicolo durante le indagini iniziali quindici anni fa, e vistato dal procuratore generale Aldo Policasto. In un documento di oltre quaranta pagine, il pg Buda contesta la sentenza di assoluzione, definendola «viziata da travisamento probatorio, illogicità e contraddittorietà nella motivazione». Gli inquirenti ritengono che siano state disattese le indicazioni della Cassazione, che nel rinviare gli atti a Napoli per un secondo giudizio di appello, aveva richiesto di chiarire meglio l’impatto ambientale della riqualificazione e il rapporto tra bonifica e inquinamento.

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Gli imputati coinvolti

La sentenza di ottobre aveva assolto in formula piena: Gianfranco Caligiuri, ex direttore tecnico di Bagnoli Futura, difeso dagli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele; Sabatino Santangelo, ex presidente di Bagnoli Futura e vice sindaco di Napoli, difeso dall’avvocato Giuseppe Fusco; Mario Hubler, direttore generale di Bagnoli Futura, difeso dal professore Alfonso Furgiuele e dall’avvocato Luca Bancale; Giuseppe Pulli, ex dirigente del settore ambiente del Comune di Napoli, difeso dall’avvocato Claudio Botti; Alfonso De Nardo, responsabile del dipartimento provinciale dell’Arpac, difeso dall’avvocato Maurizio Loiacono. Il periodo oggetto del processo è compreso tra il 2005 e il 2013, anni in cui la bonifica dell’ex sito industriale avrebbe dovuto restituire un territorio risanato, ma secondo l’accusa avrebbe portato a danni ambientali significativi.

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Avvocati difensori lavorano al nuovo confronto

La Procura di Napoli aveva originariamente formulato accuse basate su intercettazioni e verifiche sul campo, sostenendo che la bonifica fosse valida solo sulla carta, mentre il terreno restava inquinato. Questa ricostruzione si è scontrata con due assoluzioni consecutive in appello. Tuttavia, con il ricorso alla Cassazione, la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa. Gli avvocati difensori si preparano al nuovo confronto. Il professor Alfonso Furgiuele ha dichiarato: "Eccellente la sentenza di appello, che ha affrontato la questione nella sua interezza seguendo le direttive della Cassazione. Sono sorpreso del ricorso depositato in questi giorni". Anche Claudio Botti, penalista napoletano, ha espresso perplessità: "Trovo sorprendente insistere su un’ipotesi accusatoria smentita da due assoluzioni nel merito". Il nuovo round in Cassazione rappresenta un momento cruciale per chiarire definitivamente le responsabilità nella gestione della bonifica di Bagnoli. La Suprema Corte dovrà valutare se accogliere le istanze della Procura generale o confermare le assoluzioni già emesse, scrivendo così la parola fine su una vicenda che dura da oltre un decennio.

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