Il dramma dei vigili del fuoco della Grenfell Tower

Lo scheletro della Grenfell Tower è ancora lì, visibile, con i suoi 24 piani, a centinaia di metri di distanza. Definisce, disturbandolo, l’orizzonte altrimenti idilliaco di uno dei quartieri più posh e più conosciuti di Londra: Notting Hill. È ancora coperta, la torre di Grenfell, costruita nell’ormai lontano 1974. Quasi a nascondere la vergogna, oltre l’orrore, per quanto accaduto il 14 giugno 2017: un incendio costato la vita a 72 persone, tra cui alcuni bambini. Un inferno provocato dal fatto che l’enorme edificio era rivestito di materiale infiammabile. “Always in our hearts”, recita la scritta accanto al grande cuore verde che campeggia in cima alla torre. Una sorta di memento collettivo, certo, per tenere sempre fresca la memoria di quanto accaduto, ma anche un invito a non abbassare la guardia rispetto a inchieste e vicende giudiziarie ancora aperte. E al fatto che, nonostante promesse fatte dalla politica, troppe potenziali Grenfell Tower sono ancora presenti in Inghilterra, che rischiano di bruciare come torce. Lo studio La notizia legata a quel tragico evento che in questi giorni suscita nuovo sdegno è contenuta in uno studio appena pubblicato. Il documento bene spiega come più di un quarto dei vigili del fuoco esposti ai fumi tossici durante l'incendio della Grenfell Tower soffra ora disturbi di salute a lungo termine. I dati sono impietosi: dei 524 vigili del fuoco che hanno rischiato la vita durante il disastro del 2017, 136 hanno avuto ripercussioni che hanno stravolto la loro vita. Undici si sono ammalati di cancro, 64 di malattie respiratorie croniche, 22 soffrono ora di disturbi neurologici, 66 di malattie dell’apparato digerente. Il destino di molti di questi professionisti appare tragicamente simile a quello dei colleghi americani impegnati l’11 settembre 2021 a New York. Il rapporto parla per questi firefighter di “un’esposizione a livelli estremi di fumo tossico nella torre, molti senza alcuna protezione respiratoria”, ed evidenzia come “l'istituzione di un programma di screening sanitario ad hoc, simile a quello stabilito per coloro che intervennero nel crollo delle Torri Gemelle, potrebbe ridurre il numero di morti premature”. Dei 136 uomini che hanno riportato disturbi di salute, la maggior parte non aveva infatti indossato alcuna protezione respiratoria, a causa dell’urgenza dell’intervento, il più grave di questo tipo dalla fine della Seconda guerra mondiale. “Tra il gruppo esposto al fumo, sembra esserci anche un'alta percentuale di malattie dell'apparato digerente. Al contrario, tra coloro che non sono stati esposti al fumo in maniera significativa, l'incidenza è significativamente più bassa, pari a un 30% in meno circa”, si legge ancora nel rapporto. E il bilancio è previsto in peggioramento col passare degli anni, con un numero “molto più elevato di diagnosi di tumore”. Già prima di quest’ultimo studio, altre ricerche avevano evidenziato come la presenza di contaminanti tossici durante gli incendi si possa mettere direttamente in relazione all'aumento dei tassi di cancro e di problemi di salute mentale tra i vigili del fuoco. Dopo il disastro della Grenfell, emerse che circa 600 edifici in Inghilterra presentavano un rivestimento simile a quello adottato per la torre. Nella sola Londra si stima che almeno 20 edifici residenziali abbiano utilizzato materiali di rivestimento analoghi a quelli della Grenfell Tower e, a seguito di a queste scoperte, oltre 4.000 persone sono state fatte evacuare da edifici considerati non sicuri. Nel 2022, il governo britannico ha introdotto il Building Safety Act per rafforzare le normative sulla sicurezza degli edifici, con particolare attenzione all'uso di materiali resistenti al fuoco. Nonostante questi interventi, non è chiaro quanti edifici con rivestimenti simili a quelli della torre di Notting Hill siano ancora presenti in Inghilterra.

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