Secondo il report annuale dell'Associazione Antigone, negli ultimi 12 mesi in Italia si sono tolte la vita 88 persone detenute, dato che ha superato il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l'anno con più suicidi in carcere di sempre
Il 2024 è stato l’anno nero dei suicidi e dei decessi in generale in carcere. Secondo quanto riferisce l'Associazione Antigone nel suo Report di fine anno negli ultimi 12 mesi in Italia si sono tolte la vita 88 persone detenute. Mai si era registrato un numero così alto: superato il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l'anno con più suicidi in carcere di sempre. Il rapporto evidenzia anche che il 2024 è stato in generale l'anno con il maggior numero di decessi. Se ne contano 243 da inizio gennaio. Delle 88 persone morte suicide, due erano donne, una detenuta a Torino e una a Bologna. Molti sono i suicidi commessi da persone giovanissime.
I dati
Nel 2024 se ne contano almeno 23 di età compresa tra i 19 e i 29. Tante le persone straniere, almeno 40. Secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà nazionale, più della metà delle persone toltosi la vita in carcere erano coinvolte in altri eventi critici. Tra queste, 21 avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio. Molte le persone con disagio psichico e con passati di tossicodipendenza. Almeno 20 erano senza una fissa dimora. Gli istituti in cui sono registrati più suicidi sono le Case circondariali di Genova Marassi, Napoli Poggioreale, Prato e Verona. In ognuno di questi istituti si sono uccise 4 persone. Seguono, con 3 suicidi, le Case Circondariali di Cagliari, Parma, Pavia, Roma Regina Coeli, Teramo e Venezia. Le sezioni più interessate dal fenomeno suicidario sono quelle a custodia chiusa, dove sono avvenuti quasi l'80% dei casi.
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In discesa la percentuale detenuti stranieri, pari al 31,9%
La percentuale delle persone straniere tra i detenuti nelle carceri italiane, costantemente cresciuta fino alla metà degli anni duemila, arrivando al 37,5% alla fine del 2007, è da allora in calo, pari al 31,9% al 13 dicembre 2024. Lo afferma l'Associazione Antigone nel suo rapporto di fine anno, spiegando come misurare il tasso di criminalità degli stranieri con la loro presenza in carcere sia "fuorviante, avendo gli stranieri notoriamente più difficoltà degli italiani ad accedere alle misure alternative".
Secondo l'Istat, al 1 gennaio 2023 risiedevano nel nostro Paese circa 5 milioni di stranieri, che costituivano l'8,7% della popolazione residente totale: nel 2007 erano meno di 3 milioni. Il tasso di detenzione degli stranieri dunque "è drasticamente in calo. Molti notano - rileva il Rapporto - come questo sia comunque più alto di quello degli italiani, se appunto è vero che gli stranieri costituiscono l'8,7% della popolazione e il 31,9% dei detenuti. Ma anche questo è un confronto fuorviante. La popolazione detenuta è composta in larghissima maggioranza da uomini, giovani ma non giovanissimi, provenienti in maggioranza dalle aree più povere del Paese. Se il tasso di detenzione in Italia è di circa una persona su 100.000, questo tasso, se si guarda ad esempio solo ai maschi tra i 35 e i 39 anni, schizza a 4,5 persone ogni 100.000. Se si guarda solo ai maschi residenti in Campania, questo tasso è di 3,2 persone ogni 100.000. Maschi, giovani e poveri. Un profilo assai più diffuso tra i migranti rispetto alla popolazione generale, e realisticamente tra le persone con questo profilo il tasso di criminalità degli stranieri non e' molto diverso da quello degli italiani".