Assistenza alle persone senza dimora, una serata con i volontari della Croce Rossa

Ore 18.30. Si inizia a preparare tutto quello che serve. Come ogni lunedì, il Comitato di Buccinasco della Croce Rossa esce con le sue due unità di strada per dare assistenza ai senza dimora. I tanti volontari si preparano a una serata che si prospetta in salita, tra temperature di poco sopra allo zero e la difficoltà di entrare in punta di piedi nel mondo, e nelle varie complessità, delle persone che si incontrano sulla propria strada. “Ogni sera è diversa”, ci raccontano appena arriviamo. C’è tanto lavoro di squadra tra i volontari: c’è chi recupera gli indumenti tra quelli donati nel corso mesi e chi, invece, va a recuperare dai panifici e dai locali della zona l’invenduto di giornata e pasti caldi. Ci sono ragazzi, adolescenti, persone di tutte l’età che uniscono le forze e si preparano a una nuova serata in giro per Milano. Sì perché una delle cose che colpisce di più di questo gruppo di persone che si adopera per gli altri è l’età media molto bassa. Si caricano i mezzi di trasporto, passando i pacchi di mano in mano come in una catena di montaggio e si parte. La fase di preparazione è, forse, l’unica parte “replicabile” del lavoro delle unità di strada notturne della Croce Rossa, anche se è sempre difficile prevedere cosa si riuscirà a raccogliere dalle donazioni e quello che potrebbe servire. Sono dodici i comitati locali coinvolti e coordinati da Milano, per un totale di 400 volontari attivati e 22 Unità di strada in uscita ogni settimana, alle quali si aggiungono quelle specialistiche, come quelle mediche, quella psicologica e quella educativa. Si lavora in rete e in gruppo, tutta la sera e tutte le sere. Ogni comitato ha la sua zona, le sue serate di uscita e i suoi riferimenti. Cambiano le persone, i volti, le storie in cui ci si imbatte sera dopo sera. Le tappe dell'assistenza “Ci sono delle persone che noi proprio non sappiamo esserci magari perché dormono all'interno di parchi oppure perché si spostano”, racconta Federica Rizzi, delegata all’inclusione sociale della Croce Rossa di Buccinasco. “C'è chi dorme sulla 90-91 e quindi in teoria non sembra un “classico” senza dimora ma lo è, semplicemente non lo vedi. E poi c’è anche chi si sposta, c'è chi transita da Milano. Quindi è molto difficile fare un censimento delle persone senza dimora, però ci si prova”, racconta Federica. È lei a guidarci in questa serata e a coordinare la squadra. Il nostro giro mette insieme tappe più centrali per arrivare ad altre periferiche, in luoghi che sembrano dimenticati nei quali però c’è chi ha deciso di costruirsi la propria vita e la propria casa, partendo anche solo da un materasso o da qualche coperta. “Bisogna anche imparare a gestire l'essere non benvenuti, perché per quanto noi veniamo con le migliori intenzioni e con l'idea di aiutare, non sempre questo nostro aiuto è ben visto”, racconta Federica. “A volte può sembrare un po’ assurdo pensare di dire “io vengo con un pasto caldo e una coperta e tu non mi vuoi vedere”, ma questa è la realtà di questo tipo di servizio”, spiega Federica. “Noi, per quanto le persone siano senza dimora, entriamo nel loro spazio, quindi entriamo in quello che per noi è l’equivalente della casa”, aggiunge Federica. “Noi siamo come ospiti, anche se veniamo tutti i lunedì non per forza saremo i benvenuti, perciò dobbiamo proprio immaginarci di suonare il campanello per entrare in casa di qualcuno”. Tappa dopo tappa - oltre dieci quelle previste - passano le ore, si abbassano le temperature e un po’ alla volta vengono distribuiti tutti i pasti caldi raccolti poco prima. Il giro “standard” può variare continuamente in base anche alle segnalazioni che vengono fatte, gestite poi dalla Croce Rossa di Milano e divise tra i vari comitati locali attivi sul territorio della città in base alla zona di competenza. “L'idea è un po' che i cittadini diventino le nostre sentinelle in questo servizio”, sottolinea Federica Rizzi. Non troviamo, però, le persone nei luoghi che erano stati segnalati, cosa che - ci raccontano - succede spesso. Si registra quindi il passaggio dei volontari, si trasmette l’informazione ai colleghi e si continua il giro, con la consapevolezza che magari ci si potrebbe imbattere nella persona segnalata nei giorni successivi. Nessuno viene lasciato solo, così come è nello spirito della Croce Rossa, che proprio nel 2024 ha festeggiato i 160 anni di attività. “È importante parlarne e chiamare il numero per le segnalazioni ”, sottolinea Federica Rizzi. “Fare una segnalazione attiva un sistema e quindi un supporto minimo. È importante sicuramente cercare di andare un po' più a fondo e quindi non semplicemente guardare una persona e dire “ah, sì, è un altro senza dimora”. È una persona che comunque magari ha avuto una famiglia, una casa, una storia da raccontare e tante volte è difficile dare voce o dar luce a queste cose”, spiega Federica. “Noi siamo qui e cerchiamo di farlo”. E aggiunge: “è fondamentale informarsi perché c’è tanta ignoranza - nel senso letterale del termine - su questa realtà. Si ignora, ci si gira spesso dall’altra parte. È importante poi parlare con chi conosce queste persone, chi come noi ci parla tutti i lunedì, anche per capire che cosa serve. Il pasto che noi portiamo,infatti, è un modo per approcciare queste persone, un modo per creare un gancio e capire realmente di che cosa hanno bisogno. È importante poi fare donazioni, che siano a livello economico o di vestiti”, ricorda Federica Rizzi del Comitato di Buccinasco. A colpire è proprio il legame che si crea tra le persone senza dimora e i volontari. Ci si conosce, si conoscono le preferenze dell’uno e dell’altro, si scambiano battute e ci si racconta. In qualche modo si diventa una persona di famiglia, sapendo però che le cose possono cambiare e che, anche all’improvviso, possono arrivare dei “no” dagli utenti che si vuole aiutare. “L’idea è di uscire sempre in un gruppo forte e,quindi, se vediamo una dinamica particolarmente complicata è importante gestirla all’interno del gruppo”, spiega Federica Rizzi, delegata all’inclusione della CRI di Buccinasco. “Quello che vediamo stasera non è quello che vedremo la prossima settimana o che abbiamo visto la scorsa, quindi l’idea è di coltivare anche il dialogo tra di noi. Un modo per dire che anche noi volontari non siamo soli in questa cosa”, sottolinea Federica. “Abbiamo da poco una docuserie, che pubblichiamo online settimana dopo settimana, per far conoscere quello che facciamo e come sviluppiamo il nostro lavoro”. Durante il giro conosciamo meglio anche Gaia Campo, una delle più giovani volontarie del Comitato di Buccinasco. “Tra pochi giorni faccio 17 anni”, ci dice, “sono entrata all'interno della Croce Rossa da pochissimo, con il nuovo corso del 2024”. Nonostante sia all’inizio del suo percorso in Croce Rossa, Gaia si muove con grande consapevolezza e sa cosa c’è da fare, minuto dopo minuto. “Io credo che si impari molto da questa esperienza", racconta Gaia, “perché incontri molte persone che magari, ad esempio, vedi e di solito ignori. Quindi tu dai anche la possibilità a loro di parlare con qualcuno e conoscendoli, tu puoi imparare molto dalle loro storie”. Descrivendo cosa rappresenti per lei questa attività, Gaia parla di “umanità”, “solidarietà”, “empatia” e di “sentirsi parte di qualcosa”. “Ai miei coetanei direi di aprire gli occhi”, sottolinea Gaia. “Penso che vedere queste realtà ti permette un po' di comprendere realmente ciò che ci circonda" A metà serata, quando la notte comincia ad arrivare, ci ritroviamo per fare il punto su quello che finora si è fatto con gli altri, i volontari della seconda Unità mobile del Comitato CRI di Buccinasco. Tra loro ci sono Gloriana Bonfanti, volontaria della Cri da oltre 30 anni e Marco Velluto, che oltre a essere volontario Cri è anche un soccorritore e operatore cinofilo. “Io faccio molto 118”, racconta Gloriana, “ho iniziato a fare unità di strada per trovare un'alternativa nelle attività di Croce Rossa e devo dire che mi sono imbattuta in un mondo completamente diverso. Unità di strada ha una continuità, vedi l'evoluzione dell'utente. Quando resti magari assente un mese o due, lui chiede di te, quindi si crea un rapporto molto più umano”. Rapporti che però, ci racconta Gloriana, sono complessi da costruire e si basano, spesso, sul fare un passo indietro per entrare poi in contatto con le persone che si incontrano. “Ogni storia è diversa, ogni utente è diverso e bisogna anche stare molto attenti a rispettare chi si ha davanti perché non sempre una persona ha la stessa sensibilità di un'altra”, sottolinea Gloriana. “Tu devi stare in un certo senso alla giusta distanza, esserci ma non invadere la loro privacy”, aggiunge Gloriana. Con le sue parole Gloriana sintetizza quello che è lo spirito che accomuna il lavoro di tutti, fatto di comprensione del prossimo e soprattutto del non banalizzare la complessità di ognuno di noi. Un lavoro di squadra questo, a cui tutti possono collaborare, anche attraverso donazioni. “Abbiamo bisogno che le persone ci donino vestiti, coperte, magliette, pantaloni e soprattutto scarpe calde”, spiega il volontario Marco Velluto. “Adesso che è iniziata la stagione fredda a noi mancano tantissimi sacchi a pelo e coperte”, aggiunge Gloriana Bonfanti. “Magari uno in casa ha tante cose dismesse che non usa più, invece che lasciarle lì nell'armadio, in realtà, possono rivelarsi molto utili”. Ancora un paio di tappe e si chiude il giro, distribuendo gli ultimi pasti caldi e consegnando anche gli ultimi regali, impacchettati con carte e fiocchi natalizi. Un modo per vivere questi giorni di festa insieme.

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