Natale al telefono, una voce che aiuta chi è solo

Le linee di ascolto di Telefono Amico sono attive 24 ore su 24 dalla Vigilia di Natale fino a Santo Stefano, per rispondere alle richieste di aiuto di chi si sente solo. Da quest’anno, sarà operativo anche TAG, il Telefono Amico Generation. Si tratta di volontari under 40 che risponderanno da remoto durante le feste natalizie. Nel 2024 le telefonate sono state oltre 90.000. Durante le feste natalizie dello scorso anno si sono rivolti in 629 al servizio, una telefonata ogni 6 minuti. Per la maggior parte, a chiamare durante la maratona, sono stati adulti di età compresa tra i 56 e i 65 anni e il problema più comune segnalato è stata la solitudine, il bisogno di compagnia seguito da problematiche esistenziali e difficoltà nelle relazioni familiari. Telefono amico è raggiungibile attraverso il numero unico 02 2327 2327. È attivo 365 giorni l’anno, dalle 9 alle 24, ed è gratuito. Gabriella Soranzo è una volontaria di Padova. È entrata nel 2010 nel gruppo di Telefono Amico, dopo il corso di formazione che dura 7 mesi circa. Oggi è in pensione, ma prima lavorava nel mondo delle assicurazioni. “Per diventare volontario non è necessario avere già lavorato in ambiti come questo. La prima cosa che ci insegnano è a interfacciarci con chi chiama, senza avere alcuna forma di giudizio. Sembra banale, ma non lo è. È chiaro che chi si avvicina a questa attività deve essere predisposto ma bisogna imparare ad avere la giusta empatia. Questo significa che, una volta che è terminato il servizio, non ti puoi portare a casa i problemi degli altri.” Le feste natalizie sono il momento più difficile per chi è solo. Nel corso di questi 14 anni, che idea si è fatta? Le feste sono sempre un momento molto complicato per chi è sofferente. Le persone si sentono in obbligo di doversi divertire, ma soprattutto, di dovere stare in compagnia, di avere una tavola imbandita e parenti vicini. Non sempre è così. A volte si tratta anche di scelte precise, che però sono sofferte. Quello che ho capito, è che in tanti, la notte di Natale, sembra debbano fare un bilancio, non solo dei mesi appena trascorsi, ma di tutta la loro vita. Non si tratta solo di persone sole, ma c’è anche chi desidera parlare e esprimersi liberamente, ad uno sconosciuto. Ricordiamo che il servizio è anonimo per entrambi, ma spesso chi chiama sente la necessità di darci un nome o di dire il proprio. Noi, comunque, non lo chiediamo mai. Durante la telefonata, quale è il vostro approccio? La prima cosa che facciamo è rispondere con un tono di voce accogliente. Poi lasciamo che sia chi chiama a condurre la telefonata. Ci sono persone che partono lentamente e che hanno difficoltà a raccontarsi, e paura di scaricare un peso. Tra queste, spesso, chi ha un problema di salute legato a una malattia degenerativa o non curabile, teme che il dolore possa essere troppo anche per noi. Si tratta di un pudore comprensibile, una delicatezza verso chi si dedica a loro. Altre persone invece partono in quarta, raccontando non solo episodi recenti ma anche storie della loro gioventù. Non abbiamo un limite di tempo, la telefonata può durare da dieci minuti a un’ora. Quello che è importante per noi è valutare l’effettiva utilità dell’interazione. Il nostro obbiettivo è fare sentire le persone meno sole e più sollevate dai pesi che si portano dietro. Un grande successo è quando ci rendiamo conto che siamo riusciti a fare ridimensionare un problema o un pensiero negativo. Chiudiamo la telefonata precisando che possono richiamare quando vogliono, perché il nostro servizio è quotidiano dalle nove a mezzanotte.” Durante le feste il centralino apre alle 9 del 24 dicembre e rimane attivo fino a mezzanotte del 26. Come mai la scelta di questa “maratona di ascolto” e che numeri avete avuti negli ultimi anni? La scelta dell’associazione è stata dettata proprio dalle cifre, dal fatto che ci siamo resi conto che c’erano molte più chiamate concentrate in quelle giornate e soprattutto in quelle nottate. Durante la maratona del 2023 abbiamo avuto oltre 600 telefonate in tutta Italia. Il telefono squilla davvero a tutte le ore. Io copro il turno da mezzanotte del 24 alle tre del mattino. Lo scorso anno solo io ho risposto a sei chiamate, una di queste è durata quasi un’ora. In tanti vanno alla messa di mezzanotte e quando rientrano a casa ci chiamano. Mi è capitato che una signora di mezza età ha chiamato solo per sincerarsi che noi fossimo presenti, una volta che le ho risposto che ci sarei stata per le successive ore, mi ha augurato la buna notte e mi ha detto che avrebbe dormito tranquilla, sapendo che, in caso di bisogno, le avremmo risposto. Sono anche queste le persone che ci fanno sentire che il nostro è un servizio fondamentale. Mi sono sentita un angelo custode per una sconosciuta. Quale è la tipologia di persone che chiamano il Telefono Amico? Tante sono persone sole, nel senso che si trovano da sole e che hanno semplicemente voglia di parlare con qualcuno. Poi ci sono persone che pur vivendo in famiglia, non vogliono gravare sui parenti durante la notte. Mi è capitato più volte di rispondere a persone che soffrono di insonnia o hanno dolori e che parlando stanno meglio. C’è anche chi chiama più volte nell’arco della stessa notte. L’età varia dai 35 anni in su, fino agli 80 anni.” Lei fa anche un cosiddetto “turno WhatsApp amico” gestendo una turnazione dalle 18 alle 21 tutti i giorni, feste comprese. In questo caso la tipologia di chi scrive cambia decisamente. Sono persone molto più giovani, spesso adolescenti. In effetti il servizio nasce proprio per loro, che in quella fascia oraria, non potrebbero parlare liberamente mentre possono scrivere e chattare con noi senza essere sentiti. Noi che ci occupiamo di questo servizio, che è nato poco prima della pandemia, abbiamo seguito un corso con una psicoterapeuta specializzata in adolescenza. Quello che ci troviamo ad affrontare è un estremo disagio giovanile legato sia a tutti quei cambiamenti fisiologici dovuti alla crescita, sia tutte quelle problematiche che vanno dalla scuola al rapporto con i genitori, fino alle dipendenze. Capita che qualche ragazzo ci chiami anche dall’estero, magari mentre studia all’università o sta facendo l’Erasmus. Sono in aumento le richieste. È una grande responsabilità. Noi accogliamo questi ragazzi che ci scrivono qualsiasi cosa, senza giudicarli e senza sminuire i loro pensieri e i loro problemi. Li ascoltiamo e ci rendiamo conto che il solo fatto di potere raccontare quello che vogliono, con i termini che preferiscono e senza filtri, li fa stare meglio. Alcuni ragazzi ci contattano spesso, anche una volta alla settimana. Non sanno chi c’è dall’altra parte, e non gli interessa sapere nulla della persona con cui stanno chattando. Il più delle volte il solo scopo per questi ragazzi è verbalizzare un pensiero o raccontare qualcosa di cui non parlerebbero con nessuno. Noi cerchiamo di mettere in ordine le loro idee. Non suggeriamo vie di uscita. Non diamo consigli. Si è mai trovata a dovere gestire una confidenza pesante o un intento drammatico? Si, capita spesso con gli adolescenti. Ricordo che una volta ho letto alcuni messaggi, inviati di notte mentre il servizio non era attivo, solo il giorno successivo appena ho iniziato il mio turno. Mi sono allarmata molto, pensando che questo ragazzo avesse fatto un gesto estremo, per fortuna non è stato così perché nei giorni successivi mi ha scritto ancora. Ho tirato un sospiro di sollievo. Io purtroppo non so chi sia, né dove sia, né se è effettivamente chi dice di essere. C’è anche chi chiama per avere de consigli pratici e chi ci chiede soluzioni. Ovviamente sono quelli che non sono soddisfatti al termine della telefonata.

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