Diretta da Cristina Comencini, la pellicola racconta la vera storia di un grande progetto solidale, ideato in Italia dopo la Seconda guerra mondiale per fornire aiuto, supporto e cibo alle decine di migliaia di bambini italiani che vivevano in condizioni di povertà. Organizzata dall'Unione donne italiane (Udi) e dal Partito Comunista italiano, l'iniziativa donò speranza e conforto alle famiglie colpite dalla guerra, da Nord a Sud Italia
Una storia di solidarietà nel Dopoguerra. È questo il fil rouge che accompagna la trama de “Il treno dei bambini”, il nuovo film uscito di recente su Netflix, ispirato all'omonimo romanzo di Viola Ardone. Diretta da Cristina Comencini, la pellicola racconta la vera storia di un grande progetto solidale, ideato in Italia dopo la Seconda guerra mondiale per fornire aiuto, supporto e cibo alle decine di migliaia di bambini italiani che vivevano in condizioni di povertà. Organizzata dall'Unione donne italiane (Udi) e dal Partito Comunista italiano, l'iniziativa aveva come obiettivo quello di donare speranza e conforto alle famiglie colpite dalla guerra e dalle sue tragiche conseguenze, da Nord a Sud.
La storia vera di “Il treno dei bambini”
Il progetto di solidarietà prevedeva, tra le altre cose, anche il coinvolgimento delle famiglie meno colpite dalla guerra, affinché potessero offrire ospitalità ai bambini più fragili per almeno un anno scolastico. Molte persone, dall'Emilia-Romagna alla Toscana, fino alle Marche e alla Liguria, aprirono le porte delle proprie case per garantire cibo, letti e affetto ai piccoli cittadini che, in quegli anni, vivevano in condizioni di vulnerabilità. I bambini venivano imbarcati sui treni e trasportati verso le loro “nuove” famiglie. Ogni partenza veniva accolta come una festa, con bande musicali e bandierine tricolore, per incoraggiare i più restii a partire sul “treno della felicità”. I viaggi erano piuttosto lunghi: da Roma a Ravenna, il tempo di percorrenza era di circa mezz'ora. All'arrivo a destinazione, ogni bambino, che aveva al collo un cartello con il proprio nome, veniva raccolto dalla famiglia adottiva.
La trama del film di Cristina Comencini
La pellicola, ambientata nel 1946, racconta la storia di Amerigo (interpretato da Christian Cervone), un bambino di sette anni originario di Napoli, che vive in condizioni di povertà insieme alla madre Antonietta (Serena Rossi). La sua quotidianità cambia nel momento in cui la madre accetta la proposta del Partito Comunista: imbarcare Amerigo su un treno diretto verso il Nord Italia, dove una giovane contadina, Derna (Barbara Ronchi), lo ospiterà nella sua casa e si prenderà cura di lui come di un figlio. Da adulto, Amerigo (Stefano Accorsi) farà poi ritorno a Napoli, dove capirà, fino in fondo, l’amore incondizionato della madre.