Stando alle indagini degli inquirenti, i due titolari dello studio romano nel quale la 22enne era stata sottoposta ad intervento di rinoplastica parziale potrebbero aver cancellato o inquinato prove. Queste ultime potrebbero dare una svolta decisiva al caso. Presto i due medici, indagati dopo il decesso della ragazza siciliana, saranno ascoltati dai pm
Procedono le indagini legate alla morte di Margaret Spada, la 22enne che ha perso la vita dopo essersi sottoposta ad un intervento di rinoplastica parziale durante il quale è stata colta da malore. Intanto è emerso che saranno ascoltati presto dai pm i due medici indagati per la morte della giovane, deceduta il 7 novembre scorso dopo tre giorni di agonia a seguito dell’intervento svoltosi in uno studio in zona Eur, a Roma.
Un atteggiamento non collaborativo
Un dato, in particolare, sembra aver colpito gli inquirenti. Infatti, quando è stata inoltrata la denuncia per la morte della ragazza - ovvero il 7 novembre - con l'arrivo dei carabinieri del Nas presso lo studio medico di Marco e Marco Antonio Procopio, erano già passati tre giorni interi dalla rinoplastica parziale che aveva mandato in coma la 22enne, originaria del Siracusano. In sostanza, come conferma anche “Il Corriere della Sera”, gli inquirenti hanno rilevato un atteggiamento non del tutto collaborativo, da parte dei due. Facendo pensare che gli stessi possano aver inquinato o cancellato le prove legate alla vicenda nei tre giorni in cui lo studio è rimasto aperto e funzionante. In questo lasso temporale, è l’ipotesi, i Procopio potrebbero aver fatto sparire i ferri di chirurgia che, tra l’altro, confermerebbero le testimonianze di alcune pazienti secondo cui in quello studio dell’Eur non si esercitasse solamente medicina estetica. Inoltre, i Procopio non avrebbero fornito la documentazione relativa all’intervento, con la ragazza che non ha ricevuto l’indicazione di presentarsi a digiuno, non firmando dunque il consenso informato e non fornendo indicazioni su eventuali allergie ai farmaci.
Le indagini
Intanto i carabinieri del Nas, su delega della procura di Roma, si sono recati nelle scorse ore negli uffici della Regione Lazio per acquisire carte e documenti relativi allo studio medico di viale Cesare Pavese dove Margaret Spada è stata operata. I carabinieri, coordinati dal pm Erminio Amelio che indaga per omicidio colposo, acquisiranno anche la relazione della Asl dalla quale emergerebbe che nella struttura medica la 22enne non è stata sottoposta a una "corretta e pronta rianimazione cardiopolmonare prima dell'intervento del 118". Agli atti verranno inclusi anche i documenti relativi alle mancate autorizzazioni dello studio. I Nas effettueranno, allo stesso tempo, un nuovo sopralluogo nello studio, già sotto sequestro, per tentare di fare ulteriore chiarezza sulla vicenda. Il pm ha iscritto nel registro degli indagati i due medici titolari della struttura. Inoltre, è emerso che la notte del ricovero all'ospedale Sant’Eugenio, dove la giovane è arrivata in arresto cardiaco, la paziente ha manifestato "l'insorgenza di una aritmia totale": gli esami sono stati, quindi, posti all'attenzione dei cardiologi che hanno escluso l'esistenza di una sindrome cardiaca preesistente. Il quadro clinico è drammaticamente precipitato la notte del 6 novembre con due "gravi periodi di aritmia cardiaca" culminati con la morte cerebrale. Agli atti del procedimento, come detto, finiranno anche i documenti relativi alle mancate autorizzazioni per lo studio medico: lì dentro, sostengono gli incartamenti, non si poteva operare e il titolare in un'autocertificazione dichiarava che venivano eseguite solo le visite pre e post-operatorie. L'ordine dei medici della Capitale, infine, ha annunciato l'apertura di un fascicolo nei confronti dei due indagati, Marco e Marco Antonio Procopio. Quest'ultimo era stato bocciato ai test di Medicina, piazzandosi al 6.230 posto su 6.265. La laurea, infatti, l’avrebbe conseguita in Romania.