Enna, indagini su 15enne trovata morta: disposta autopsia. Famiglia: “Non si è suicidata”

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L’esame autoptico sul corpo della ragazzina di Piazza Armerina che il 6 novembre scorso è stata trovata morta nel giardino di casa sarà effettuato il 13 novembre. La Procura per i minori di Caltanissetta ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio. Tra le ipotesi, c’è quella che la giovane sia stata vittima di atti di bullismo o di revenge porn: secondo gli inquirenti, potrebbe essersi tolta la vita per il timore che venissero diffuse sue foto intime. Ma la famiglia non crede al suicidio

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Sarà effettuata il 13 novembre a Enna l'autopsia sul corpo della ragazzina di 15 anni di Piazza Armerina che il 6 novembre scorso è stata trovata morta nel giardino di casa. La versione del suicidio non convince i familiari della giovane: sostengono che non si sarebbe mai tolta la vita, hanno raccontato che la 15enne era spesso presa di mira dalle coetanee e hanno avanzato sospetti sulle vere cause della morte. La Procura per i minori di Caltanissetta ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio e - dopo che il corpo era già stato sottoposto a esame esterno e tossicologico, restituito alla famiglia e preparato per i funerali - ha disposto prima il sequestro della salma e poi l’esame autoptico. Tra le ipotesi, c’è quella che la ragazzina sia stata vittima di atti di bullismo o di revenge porn: secondo gli inquirenti, potrebbe essersi tolta la vita per il timore che venissero diffuse sue foto intime. Ma le indagini sono in corso.

L’appello della madre a Mattarella

“L'ho trovata impiccata. Era in ginocchio tutta legata, ma una bambina come fa a legarsi fino ai piedi?" "Come fa una bambina a uccidersi così? Voglio giustizia”, ha detto la madre della ragazzina, barista di origini cubane. E ha agggiunto: “Vogliamo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia, bambina perfetta, promessa italiana della pallavolo. Le hanno tolto la vita perché brillava troppo e noi come famiglia abbiamo paura per le nostre vite". La famiglia della 15enne, quindi, non crede al suicidio e da giorni parla di omicidio. Nelle scorse ore al Commissariato di Piazza Armerina è stata sentita per circa tre ore la sorella della 15enne, poi anche il padre e la madre.

La 15enne sarebbe stata presa di mira dalle coetanee

Secondo la famiglia, la ragazzina sarebbe stata presa di mira dalle coetanee. L'adolescente, poche ore prima di morire, avrebbe avuto a scuola una violenta discussione con una ragazza, che l'aveva accusata di averle rubato l'ex fidanzato, ed era stata insultata da un gruppo di compagni. La famiglia ha detto che la giovane sarebbe stata accerchiata a scuola e pesantemente insultata, con riferimenti a un video intimo. La lite e gli insulti lanciati dalle altre studentesse sono stati confermati da altri presenti. Qualche spintone e tanti insulti con la ragazza al centro di un capannello di ragazzine urlanti.

La giovane, insieme alla famiglia, si era trasferita da un anno a Piazza Armerina, città d’origine del padre. Secondo le testimonianze, si era ben integrata. Aveva ottimi risultati a scuola, giocava nella squadra locale di pallavolo, frequentava molti amici e faceva la vita di qualunque adolescente: tra scuola, studio, sport, uscite con gli amici. Nulla, hanno raccontato i conoscenti, faceva presagire un disagio tale da farle maturare un gesto estremo.

Preside: “Nessuna lite violenta”

"Gli insegnanti mi hanno detto e hanno ripetuto anche alla polizia di aver visto solo una discussione, uno scambio di vedute tra ragazzi ma hanno smentito di aver assistito a spintoni o aggressioni”, ha detto la preside della scuola frequentata dalla 15enne.  Amici e familiari della giovane parlano di una lite violenta tra la adolescente e una coetanea, avvenuta a scuola poche ore prima della morte. Un'insegnante, ha detto la preside, avrebbe chiesto alla 15enne cosa fosse successo ma lei si sarebbe limitata a dire: “Nulla".

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Il biglietto

Ci sarebbe, però, un biglietto che la 15enne avrebbe consegnato a un compagno di scuola la mattina del suicidio, avvenuto poi intorno alle 13 nel giardino di casa. La giovane avrebbe chiesto al compagno di consegnarlo al suo fidanzato. Si tratta di un piccolo pezzo di carta, strappato da un quaderno, con la scritta "Ti amerò anche nella prossima vita" e firmato "Lari", come tutti chiamavano la giovane. Il biglietto è stato consegnato alla polizia e confermerebbe che la ragazza aveva già deciso di togliersi la vita prima di chiamare i genitori per uscire da scuola anticipatamente. Poco prima c'era stato l'episodio della lite con il gruppetto di studentesse. Poi il suono della campanella di fine ricreazione, il rientro in classe e la 15enne ha detto di sentirsi male e di voler tornare a casa. I genitori erano andati a prenderla, lei aveva detto alla madre che era successa una cosa brutta, aggiungendo "poi ti dico". Una spiegazione che la madre non ha mai avuto, perché una volta a casa era poi uscita per alcune commissioni, assentandosi per una quarantina di minuti. Al suo rientro ha trovato la figlia impiccata a un albero del giardino. La sorella sostiene che la grafia del biglietto non è quella della 15enne e la famiglia dice anche che il lasso di tempo nel quale è rimasta da sola a casa è troppo breve perché da sola potesse togliersi la vita in quel modo.

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