La donna racconta che, in passato, aveva anche proposto al figlio di rivolgersi alle forze dell'ordine. Al momento ha già presentato due denunce ai carabinieri per segnalare gli atti di bullismo a scuola e l'indifferenza dei docenti. E promette che ne farà altre
"Ad un certo punto della cerimonia si è avvicinato il preside del Panzini per farmi le condoglianze, a due passi c'era la bara di Leo. Io gli ho detto solo: La prego di allontanarsi da me per favore". Lo racconta in un'intervista al Corriere della Sera Viktoryia Ramanenka, la mamma di Leonardo Calcina, il quindicenne che si è tolto la vita domenica scorsa a Senigallia (Ancona), ricordando il funerale del figlio. Ora, dice "il tempo non passerà più, anche se adesso io pretendo giustizia: che quei bulli vadano dritti in riformatorio. E chi ha sbagliato tra i professori se la veda coi giudici. È un dovere per i docenti tutelare i ragazzi, noi li affidiamo a loro".
"Era vittima di un tormento continuo"
La donna riporta i racconti di Leonardo: "Il 7 ottobre durante una passeggiata si è sfogato con me e suo padre: due ragazzi e una ragazza lo prendevano in giro, lo bullizzavano, e lui non ha retto più per la vergogna e per la sofferenza patita. Era vittima di un tormento continuo". Il ragazzo si era rivolto anche a un professore, "il 9 ottobre, ma purtroppo questa persona non è intervenuta nel modo giusto". "Leo - racconta la donna - mi ha mandato dei WhatsApp per dirmi che aveva spiegato al prof di sostegno che non ce la faceva più e che voleva lasciare la scuola. Ma il docente gli ha risposto che fino ai 16 anni la scuola è obbligatoria. E inoltre il professore non ha avvisato né me né il mio ex marito. Secondo Leo, poi, anche altri professori facevano finta di non vedere".
Presentate già due denunce
La madre aveva anche proposto al figlio di rivolgersi alle forze dell'ordine: "Volevamo andare a fare la denuncia dai carabinieri, ma Leo ha preferito di no perché aveva paura, perché sperava di risolvere tutto parlando con quei ragazzi. Lui era davvero un buono, aveva anche stretto la mano ai bulli pensando di chiudere la faccenda. Ma non è andata così". La donna ha già presentato due denunce ai carabinieri per segnalare gli atti di bullismo a scuola e l'indifferenza dei docenti e ne farà altre. Ai ragazzi che avevano preso di mira Leonardo, spiega in un'intervista: "In questo momento non sono pronta a perdonarli, ma prego per loro che capiscano quello che hanno fatto e che non si comportino mai più così con nessuno".