Napoli, una cella in piazza contro il sovraffollamento delle carceri

Cronaca

Gli ultimi dati delineano un quadro peggiore dell'anno scorso: 75 suicidi dietro le sbarre, sovraffollamento di più del 130 per cento. Per sensibilizzare l'opinione pubblica, in piazza a Napoli viene installata una "cella virtuale" nella quale le persone possono entrare per comprendere cosa significhi la detenzione. 

ascolta articolo

L’ultimo report del Garante nazionale dei detenuti, lo scorso settembre, contava 67 suicidi in carcere, in Italia, nel 2024. Il bilancio si è già aggravato in una manciata di giorni: si contano 75 suicidi, come emerge dai dati pubblicati da “Ristretti Orizzonti”, la rivista nata nel carcere di Padova e nell’istituto penale femminile della Giudecca che è diventata un vero e proprio osservatorio sulle condizioni di detenzione. Un dato record, quello dei suicidi dietro le sbarre: «Un morto ogni tre giorni e mezzo - allarga le braccia Elena Lepre, avvocato penalista e consigliera dell’associazione "Il Carcere Possibile Onlus" -  Il sovraffollamento oggi, ma in realtà da decenni, ha raggiunto numeri spropositati: a fronte di una capienza di 47mila detenuti, ne sono presenti 62mila». Quasi il 132 per cento: vuol dire che in una cella possiamo trovare anche otto persone.

Italia condannata da Corte europea dei Diritti dell'Uomo per trattamenti inumani

L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo per trattamenti inumani e degradanti, con uno spazio vitale per detenuto inferiore ai tre metri quadri. Una norma, l'articolo 35ter dell'ordinamento penitenziario, stabilisce che chi ritiene di aver subito trattamento disumano possa richiedere una riduzione della pena (un giorno ogni 10 del periodo trascorso in condizioni inumane) oppure richiedere il risarcimento: 8 euro per ogni giorno passato in questo modo. Una situazione comune, addirittura per chi si sia trovato in una cella per una sola persona. «Un mio assistito – ricorda l’avvocata – detenuto in una cella per una sola persona, mi raccontò che non aveva nemmeno lo spazio per una sedia normale. Doveva sedersi su uno sgabello e restare ingobbito per ore, per poter consultare i documenti relativi al suo procedimento. E per sgranchire le gambe, poteva solo fare saltelli sul posto, perché non c’era spazio». 

L’iniziativa “Detenuto per un minuto”

Una situazione drammatica, quella delle carceri e del sovraffollamento, che bisogna continuare a denunciare; in questo senso va l’iniziativa “Detenuto per un minuto”, che nel 2009 fu creata dall’iniziativa di Riccardo Polidoro, fondatore dell’associazione “Il Carcere Possibile”: l’installazione di una cella virtuale in diverse città italiane. In piazza, per far capire alle persone cosa significhi essere in una cella di un carcere. Questa volta, il 19 Ottobre, dalle 10.30 alle 13.30, sarà montata in Piazza dei Martiri a Napoli, il cosiddetto salotto buono della città. Chi vorrà, potrà entrare - anche solo per un minuto - per capire più da vicino cosa sia la detenzione in tre metri per tre. E, spesso, anche sotto questo minimo spazio vitale. 

Cronaca: i più letti