Generazione AnZia, Raffaele Morelli e Giovanni Allevi: "Serve tenerezza con sé stessi"

Cronaca

A Sky Tg24 Live In si parla anche di salute mentale con Raffaele Morelli, psichiatra e psicoterapeuta, e con il compositore Giovanni Allevi. "Noi vediamo sempre l’ansia come un nemico da battere il più presto possibile. Perché invece non vederla come qualcosa dentro di noi che vuole parlarci?", domanda Morelli al pubblico. Allevi: "La malattia ha fatto sì che il giudizio sia finito sullo sfondo e ho ritrovato dentro di me una leggerezza"

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L’ansia è un'emergenza silenziosa ma i dati sono allarmanti. Un italiano su 5 dichiara di aver consumato ansiolitici. A Sky TG24 Live In Roma si parla anche di salute mentale con lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli. "Noi vediamo sempre l’ansia come un nemico da battere il più presto possibile. Perché invece non vederla come qualcosa dentro di noi che vuole parlarci che vuole portarci un vento di passione”, chiede al pubblico lo psichiatra.  E racconta: “Una mia paziente era molto dura e aggressiva, aveva un tono violento nelle relazioni. Un giorno ha iniziato a immaginare la dolcezza che c’è dentro di lei e l’ha scoperta grazie all’ansia che ha lasciato spazio alla dolcezza. Quindi l’ansia è scoprire lati della personalità che hai soffocato. L’ansia è una voce che ci dice che stiamo deviando dalla nostra personalità”. LIVE IN ROMA 2024 - LA DIRETTA

Giovanni Allevi: "Restare con lo sguardo incollato sui doni della vita"

Sull’argomento interviene anche il compositore Giovanni Allevi che durante la sua malattia ha scritto anche un libro che parla di ansia e felicità. “Capita a tutti nella vita di camminare sull’inferno popolato di mille difficoltà - ha detto il compositore - ma bisogna restare con lo sguardo incollato sui doni che la vita ci offre. E i doni dai quali io ora non voglio distoglere lo sguardo sono i ragazzi presenti a questo incontro. Se riuscimao a fare spazio dentro di noi e mettere da parte le nostre paure siamo luce, siamo speranza, energia". Durante i giorni più bui della malattia Giovanni Allevi ha avuto una telefonata con Raffaele Morelli. “È stato bellissimo - ha raccontato Allevi - Ero senza capelli, col volto scavato, non riuscivo a muovermi, attaccato alla flebo e stavo componendo il mio concerto per violoncello e orchestra. E lui mi ha detto ‘Giovanni devi danzare, non smettere mai di danzare, di immaginare e di sognare’. E allora cosa ho fatto? Piano piano a fatica mi sono alzato dal letto e ho cominciato a diriger queto concerto che avevo nella mente e ho sentito dentro di me una gioia e una riconoscenza per esssere ancora vivo e avere la musica dentro la testa". Gli fa eco Morelli: “Giovanni ci insegna che anche nei momenti più difficili la creatività è un farmaco".

Morelli: "La paura di giudizio ci costringe alla performance"

La paura del giudizio è una delle cause di ansia. “Io mi sono liberato dal peso del giudizio esterno", ha raccontato Allevi. "Nel lavoro che faccio io sono continuamente esposto, c’è il pubblico, ci sono le critiche, però questo peso del giudizio l’ho sempre portato con me e diventava più importante della gioia di fare musica. La malattia ha fatto sì che il giudizio sia finito sullo sfondo e ho ritrovato dentro di me una leggerezza, la gioia del bambimo, la libertà. Sento di essere entato in una diversa dimensione che è quella dell’autenticità". Sul tema interviene anche lo psicoterapeuta: “Incantarsi. Non abbiamo più lo sguardo incantato come i bambini, ma se perdi la magia perdi il mistero. oggi sappiamo che il cervello ha partorito miti, misteri e sogni per dirci che oltre alla realtà c’è un mondo magico. Noi però oggi siamo immersi nella troppa realtà che ci chiude nel giudizio che ci costringe alla performance, all’essere migliori. Ma noi siamo nati per incantare noi stessi".

Allevi: "Basta con i giudizi impietosi, accettiamoci"

Altri doni su cui puntare lo sguardo, come insegnano Morelli e Allevi, sono gratitudine e consapevolezza. “Io associo questi doni alle parole di Morelli - ha detto il compositore - Incantarsi nei confronfti del mondo: noi siamo capaci di ritrovare il bambino dentro di noi che guarda il mondo con occhi incantati. Vorrei portarmi a casa questa parola e vorrei aggiungerne un’altra: tenerezza. Dobbiamo avere tenerezza nei confronti di noi stessi: basta con i giudizi impietosi e accettiamoci perché siamo più di quello che crediamo". L’ultimo dono è il domani: "Io essendo un paziente oncologico non posso spingere le mie possibilità nel futuro quindi per me il domani è un presente allargato da vivere il più intensamente possibile". E conclude Morelli: "Nel libro di Allevi c’è una frase in cui parla con un maestro che dice che le ferite sono feritoie cioè finestre che si allargano. Se noi sapessimo che nel buio c’è una luce supereremmo meglio i problemi. Nessuno, neanche sui social, può dirci come dobbiamo essere, ciascuno ha interessi solo suoi che vanno coltivati, non imitando gli altri. L’ansia spesso nasce dal fatto che imitiamo e perdiamo ciò che siamo nel profondo".

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