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Viareggio, sorelle dell'uomo ucciso da Cinzia Dal Pino chiedono giustizia su tv marocchina

Cronaca

Le donne chiedono giustizia tramite la televisione Chouf TV e si dicono sconcertate per il fatto che la responsabile dell'omicidio sia solo agli arresti domiciliari

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Con in mano una foto del giovane Said Malkoun e con un misto di rabbia e dolore, le tre sorelle dello scippatore ucciso a Viareggio domenica scorsa hanno lanciato un appello tramite la televisione marocchina Chouf TV. L'uomo è stato investito quattro volte da un Suv guidato da Cinzia Dal Pino, una 65enne residente in città. Le sorelle, intervenute da Casablanca, hanno chiesto alle autorità marocchine e ai concittadini che vivono in Europa di aiutarle a ottenere giustizia per la brutale morte del fratello. Il video dell'appello è stato condiviso anche sulla pagina Facebook di Chouf TV, seguita da circa 8,5 milioni di persone, amplificando così la richiesta della famiglia Malkoun. 

"Nemmeno un animale si uccide così"

In una lunga intervista, una delle sorelle ha raccontato di aver scoperto la tragica fine di Said tramite i telegiornali italiani, dopo aver ricevuto diversi video dei servizi che ne parlavano. Il dolore della famiglia è acuito dal fatto che la responsabile dell'investimento non sia in carcere, ma ai domiciliari. "Siamo consapevoli – ha dichiarato una delle sorelle – che Said non si trovasse sulla strada quando è avvenuto l’investimento, ma bensì sia stato investito sul marciapiede. L’autrice del fatto, perciò, è salita con la sua auto con il chiaro intento di investire nostro fratello. Dopo di che si vede bene come scenda, si diriga verso Said, lo guardi con freddezza, risalga e se ne vada. Nemmeno un animale si uccide così". La famiglia, ancora sotto shock, chiede che venga fatta giustizia e non si capacita di come alla Dal Pino "siano stati dati solo gli arresti domiciliari". Un’altra sorella ha poi sottolineato: "Said era una brava persona: tutti coloro che lo hanno conosciuto lo confermano. Chiediamo ai fratelli e le sorelle magrebini di aiutare la nostra famiglia ad ottenere giustizia".  

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