Crollo Scampia, sfollati denunciano: "Nessuno vuole affittarci casa, siamo discriminati"

Cronaca
Gaia Bozza

Gaia Bozza

La denuncia degli sfollati delle vele di Scampia, che gradualmente dovranno tutti lasciare le case: dopo l'ordinanza di sgombero emanata dal sindaco di Napoli, altre 52 famiglie della vela gialla e rossa dovranno andare via, con un contributo per l'affitto. Ma il problema è che gli sfollati non riescono a trovare case disponibili, nonostante il sussidio e le garanzie offerte dal Comune, perché lo stigma sociale è forte.

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Dopo la tragedia della vela celeste, con il crollo della passerella di collegamento che è costata la vita a tre persone il 22 Luglio scorso, il sindaco di Napoli ha emesso un’ordinanza di sgombero per le altre due rimaste in piedi, la rossa e la gialla, rappresentazione plastica di degrado e di speranza. Per ora, la comunicazione è arrivata a 52 famiglie che, dal momento in cui chiederanno il contributo per l’autonoma sistemazione, avranno poi un periodo di tempo limitato per andare via dall’alloggio. Il progetto, dopo la tragedia della vela celeste sulla quale c’è un’inchiesta della Procura, è svuotare tutte le vele per poi abbatterle e dare una accelerata al progetto di riqualificazione previsto, che prevede appunto l’abbattimento delle vele tranne la celeste che sarà destinata ad altri usi, la riqualificazione della zona e la consegna di nuove case agli abitanti. Dovranno uscire in breve tempo circa 1500 persone, volendo considerare solo gli abitanti censiti ed escludendo chi ha occupato un alloggio, per esempio, in seguito.  Per tutti gli abitanti censiti è stato stanziato un contributo per trovare una casa in affitto. Ed è qui, nel momento dell’emergenza abitativa, che emergono storie di ordinaria discriminazione: e cioè che non si affitta agli sfollati di Scampia. Sono passati quasi due mesi dal crollo nella vela celeste, eppure una buona parte degli abitanti sgomberati ha ancora difficoltà a trovare un nuovo alloggio.

Gli sfollati: “Discriminati perché di Scampia”

I racconti dei cittadini richiamano alla mente tempi bui della nostra storia: “Io sto cercando casa da tempo, anche se non ho ancora ricevuto la comunicazione di sgombero da parte del Comune – racconta Alessia, abitante della vela rossa – Ho quattro figli e le domande che mi fanno le agenzie immobiliari sono due: la prima è quanti figli ho, la seconda è da dove vengo. Quando dico loro che sono una sfollata di Scampia, mi rispondono che non hanno disponibilità”. E poi aggiunge: “Che me ne faccio del sussidio per l’affitto se non ho una casa?”. Storie drammaticamente simili, tra gli abitanti di questi alveari di cemento. Come quella di Francesco, ex abitante della vela celeste, con cinque figli e busta paga tra le mani, da offrire come garanzia ulteriore alle agenzie immobiliari. E non è da tutti, in un contesto dove il lavoro - soprattutto regolare - scarseggia. Ma da quasi due mesi la sua famiglia dorme da parenti e amici.  “Ho provato a contrattare qualche proprietario di appartamenti e dire che avremmo pagato un anno intero in anticipo: ma non hanno voluto affittarci la casa nemmeno in quel caso”. Una beffa, per persone che da tanti anni aspettano una casa popolare e ora si ritrovano senza un tetto sulla testa, con la prospettiva dell'attesa fino a quando saranno assegnati loro gli alloggi popolari previsti dal piano Restart Scampia, la cui consegna dovrebbe avvenire nel 2026, salvo ritardi.  “Noi vogliamo andarcene da queste vele, nessuno abita qui se non per necessità, lo vedete come siamo messi? – aggiunge Salvatore – Ma con dignità. Con la prospettiva di una casa. Non buttati in strada così”. Franco aggiunge: “Fino a ora siamo stati invisibili, sono morte le persone e ora ci ritroviamo per strada”.  

L’appello alla Curia: case per gli sfollati di Scampia

Il presidente della Municipalità, Nicola Nardella, fa un appello alla Curia, per provare a reperire case da affittare a canone sociale. Perché – dramma nel dramma – oltre al problema della discriminazione c’è il forte impatto del turismo su tutta la città di Napoli, che rende complicatissimo, già in condizioni più rosee, trovare immobili in affitto e spinge verso l’alto il mercato. “Faccio una appello a don Mimmo Battaglia – dice ai microfoni di Sky TG24 – Perché la Curia faccia di tutto per trovare case, nelle sue disponibilità, da affittare a queste persone sventurate”.  Sventurate e discriminate, a quanto pare. 

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