I dati anagrafici dell'uomo sono stati consegnati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Imperia. Sono in corso di valutazione le sue specifiche responsabilità penali e le relative condizioni di procedibilità
Il camionista che lo scorso 15 luglio venne ripreso in un video mentre colpiva con una cinghia alcune migranti scoperte sul suo tir è stato identificato. I suoi dati anagrafici, insieme all'esito degli accertamenti compiuti per tramite dell'Interpol e dell'analisi delle immagini video acquisite, sono stati consegnati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Imperia. Adesso sono in corso di valutazione le sue specifiche responsabilità penali e le relative condizioni di procedibilità.
Si è appreso nel corso delle indagini che erano state le stesse migranti ad attirare l'attenzione del conducente perché esauste dopo avere trascorso tutta la notte all'interno del rimorchio in attesa della partenza. È stato verificato inoltre che l'uomo, 57 anni, era in procinto di partire, ma non era diretto in Francia bensì in Bulgaria, per il viaggio di ritorno, dopo essere già stato in Spagna.
Dagli accertamenti svolti all'estero dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia è emerso anche che l'uomo risulta essersi già licenziato dall'azienda bulgara di cui era dipendente al momento del fatto.
La vicenda
15 luglio 2024, autoporto di Ventimiglia, l'autista era stato attirato dalle voci delle migranti provenienti dal suo tir,, nascoste all'interno del vano di carico del suo autoarticolato in sosta, e aveva poi cominciato a frustarle con una cinghia per farle scendere; tutto mentre qualcuno riprendeva la vicenda col proprio telefono cellulare.
Il video, subito diffuso in rete, aveva suscitato scalpore e sdegno in tutta Italia e all'estero, ma il suo autore aveva omesso di allertare le forze dell'ordine vanificando così la possibilità di rintracciare, identificare e procedere penalmente, nell'immediatezza, contro il responsabile. Per questo motivo le indagini della polizia si sono complicate e prolungate con attività svolte anche all'estero, comunque concluse con esito positivo.
Decisiva, al fine dell'identificazione del camionista, l'attività svolta dagli investigatori del Commissariato di Ventimiglia che, malgrado il video postato su i social non mettesse a fuoco la targa, sono riusciti con tecniche investigative innovative a decifrarla. A bordo del camion si trovavano undici giovani donne, due delle quali in stato di gravidanza, che intimorite e stremate dopo l'episodio si erano poi rifugiate nel Pad della Caritas dove avevano raccontato quanto subito a un mediatore culturale.