Dottoressa aggredita nel Tarantino si dimette: "Rischi elevati per le donne"

Cronaca

E' successo nella notte tra il 17 e il 18 agosto a una donna in servizio di guardia medica a Maruggio, in provincia di Taranto. I genitori di un bambino, non soddisfatti dell'indicazione di consultare uno specialista, hanno pesantemente insultato e strattonato la dottoressa che si è dovuta barricare nella stanza. "Mi dimetto a nome di tutte le donne. Di tutte le donne medico che lavorano alle tre di notte e non hanno la possibilità di avere il compagno vicino"

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Ancora un caso di aggressione ai medici, a un medico donna. E' successo a una dottoressa in servizio di guardia medica a Maruggio, in provincia di Taranto. Nei giorni scorsi, nella notte tra il 17 e il 18 agosto, i genitori di un bambino, accompagnato per un problema all'occhio e non soddisfatti dell'indicazione di consultare uno specialista, hanno pesantemente insultato e strattonato violentemente la dottoressa che si è dovuta barricare nella stanza, ma ha riportato comunque un trauma alla spalla e ha avuto un attacco di panico. Dopo l'episodio la donna, 32 anni, ha deciso di dimettersi.

"Lo faccio per tutte noi"

"Mi dimetto - ha detto ai giornalisti che l'hanno intervistata - a nome di tutte le donne. Di tutte le donne medico che lavorano alle tre di notte e non hanno la possibilità di avere il compagno vicino. Lo faccio per loro, per tutte noi. Dobbiamo essere tutelate, almeno avere una guardia giurata accanto. Il nostro è un mestiere nobile, a disposizione degli altri. Ma non possiamo rischiare in questo modo".

Ordine medici: è sconfitta Ssn

La dimissione di un medico che non si sente più sicuro durante la sua attività, "e non vuole, per questo, più lavorare nel Servizio sanitario nazionale, è una sconfitta: è la certificazione che il sistema non funziona. E che i medici vanno via per tutelarsi. In questo modo prima o poi andremo via tutti". Lo sottolinea il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. 

"Purtroppo è la conclusione amara di questa storia - continua Anelli-  e mi pare che, su questo tema, le parole siano state fin troppe finora. Serve agire. E' chiaro che c'è una contraddizione tra tutte le indagini demoscopiche che mostrano fiducia nei confronti dei medici e l'apprezzamento del rapporto medico-paziente e poi le aggressioni che, però, sono il frutto prevalentemente della disfunzione del sistema. Il sistema non riesce a dare quelle risposte in maniera immediata, come  i cittadini vorrebbero, principalmente perché mancano i professionisti. Questo è il dramma. O il Governo prende atto che questa è un'emergenza sanitaria oppure il sistema fallisce".

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