Carceri, salgono a 61 i suicidi nel 2024: i dati e la situazione negli istituti

Cronaca
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Introduzione

Aumentano i casi di detenuti che si tolgono la vita negli istituti penitenziari: ad oggi sono 61, uno ogni tre giorni, e ad oggi sono oltre 600 le persone che hanno perso la vita in carcere. L'età media dei suicidi è di circa 40 anni, ma il bollettino mortale conta un ultrasessantenne e sei ragazzi. Nel recente focus del Garante dei detenuti emerge che circa una persona su due si è tolta la vita nei primi sei mesi di detenzione: di queste sei entro i primi 15 giorni, tre delle quali addirittura entro i primi cinque dall'ingresso. Solo circa il 38% dei morti risulta condannato in via definitiva.

 

Sempre secondo i dati resi noti dal Garante dei diritti dei detenuti, sono 61.140 i detenuti presenti nelle carceri italiane: i posti regolarmente disponibili ammontano a 46.982, rispetto alla capienza regolamentare di 51.269, per un indice di sovraffollamento del 130,06% a livello nazionale. Sono 150 (pari al 79%) gli istituti con un indice di affollamento superiore al consentito che in 50 casi risulta superiore al 150%, con il picco record del 231,15% per l'istituto milanese di San Vittore.

Quello che devi sapere

I suicidi nelle carceri nel 2024

  • Nell'estate calda delle carceri non si arrestano i suicidi e il 2024 rischia di polverizzare il record del 2022, l'anno orribile con 85 morti dietro le sbarre. La conta ad oggi, sabato 3 agosto, si ferma a 61 suicidi accertati tra i detenuti, uno ogni tre giorni circa. Se il drammatico ritmo non dovesse fermarsi, a fine anno il rischio è di arrivare a livelli peggiori di quelli dell'ultimo biennio

 

Per approfondire: 

Suicidi in carcere e sovraffollamento, i numeri dell'emergenza in Italia

I dati del 2023

  • Nel 2023 i suicidi accertati sono stati 70 e negli ultimi 10 anni (dal 2014) sono 556 i detenuti che hanno perso la vita in carcere. Se si aggiungono i dati del 2024 il bilancio supera le 600 morti, incrociando i dati di Antigone, associazioni che operano nelle carceri e Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

L’età media dei suicidi

  • Cifre che sostituiscono nomi e cognomi, dati che nascondono storie di disperazione: sono molte le situazioni di presunte o accertate patologie psichiatriche e tante le persone senza fissa dimora tra le vittime. Due le donne che si sono tolte la vita, una a Bologna e l'altra nel carcere torinese di Le Vallette, per un'emergenza che non conosce anagrafe. L'età media dei suicidi è circa 40 anni, ma il bollettino mortale conta un ultrasessantenne e sei ragazzi (18-25 anni)

Le situazioni più allarmanti

  • Nel recente focus del Garante dei detenuti emerge che circa una persona su due si è tolta la vita nei primi sei mesi di detenzione; di queste sei entro i primi 15 giorni, tre delle quali addirittura entro i primi cinque dall'ingresso. Solo circa il 38% dei morti risulta condannato in via definitiva. Tra le situazioni più allarmanti - con più suicidi - ci sono il carcere Poggioreale a Napoli, gli istituti di Pavia e Verona e le celle di Regina Coeli a Roma

Quante persone sono attualmente detenute

  • Sono 61.140 i detenuti presenti nelle carceri italiane: i posti regolarmente disponibili ammontano a 46.982, rispetto alla capienza regolamentare di 51.269, per un indice di sovraffollamento del 130,06% a livello nazionale. Sono alcuni dei dati - aggiornati al 31 luglio - resi noti dal Felice Maurizio D'Ettore, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

Gli istituti sovraffollati

  • Sono 150 (pari al 79%) gli istituti con un indice di affollamento superiore al consentito che in 50 casi risulta superiore al 150%, con il picco record del 231,15% per Milano San Vittore. La quasi totalità delle regioni (17) registra un indice di affollamento superiore agli standard e solo tre si collocano al di sotto della soglia regolamentare

Le differenze a livello regionale

  • Notevoli le differenze a livello locale: Puglia (165,37%), Basilicata (150,99%), Lombardia (151,50%), Veneto (145,54%) e Lazio (144,05%) mostrano un "preoccupante indice di sovraffollamento", in buona parte determinato dal divario in negativo tra capienza regolamentare e posti regolarmente disponibili, "tale da dover necessariamente orientare in termini logisticamente mirati i preannunciati interventi legislativi in tema di edilizia penitenziaria - sottolinea il Garante - considerandosi non praticabile una teorica, omogenea, distribuzione della popolazione carceraria su tutto il territorio nazionale, frapponendosi, innanzitutto, la primaria esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza che impedisce l'automatico trasferimento dei detenuti in regioni come la Sardegna (il cui indice di affollamento si attesta al 93,94%), il Trentino-Alto Adige (94,78%), la Valle d'Aosta (81,92%)"

I detenuti stranieri

  • I detenuti stranieri ristretti all'interno dei penitenziari italiani sono attualmente 19.151 (pari al 31,33%), di cui 2.787 comunitari e 16.364 extracomunitari: "Si tratta di un dato assai elevato che, soprattutto se coniugato alla tipologia di reati dagli stessi commessi - in gran parte contro il patrimonio -, consentirebbe di operare significativamente in termini deflattivi mediante un intervento legislativo finalizzato ad individuare domicili idonei a consentire la concessione della detenzione domiciliare che, ad oggi, risulta accordabile solo astrattamente ma non in concreto, frapponendosi l’indisponibilità di adeguate e sicure allocazioni alternative rispetto al carcere"

L’aumento degli eventi critici

  • “È ipotizzabile che all'aumentare del sovraffollamento carcerario si possa associare un incremento degli eventi critici, in particolare di quelli che, più di altri, sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo, suicidi, tentativi di suicidio, omicidio, aggressioni fisiche al personale di Polizia penitenziaria e al personale amministrativo", dice il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ricordando che dal 2016 al 2023 il numero degli eventi critici è aumentato del 139,5%, da 63.897 a 153.145

Gli eventi critici in maggiore aumento

  • Tra le diverse tipologie di eventi critici presi in esame figurano le aggressioni, gli atti coercitivi, gli atti di auto danno intenzionale, le manifestazioni di protesta collettiva e individuale: anche in questo caso si registra un forte aumento, dai 26.329 del 2016 ai 36.729 del 2023

 

Per approfondire: 

Rivolte e proteste nelle carceri, l'emergenza è il sovraffollamento: cosa sta succedendo