La terza sezione della Corte d'Appello di Milano ha ridotto a 2 anni 9 mesi e 10 giorni la condanna per il 23enne nel processo sulla sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino corso Como, a Milano, durante la quale rimasero feriti due cittadini senegalesi. La pena stabilita in primo grado era stata di 5 anni e 2 mesi
La pena dimezzata in appello, dopo che era arrivata anche la scarcerazione e l'assoluzione in un altro processo. Questa la decisione arrivata nelle scorse ore per il trapper Baby Gang, protagonista oltre che delle classifiche musicali anche delle cronache più recenti, tra arresti, denunce e presenze nelle aule di tribunale.
Le decisioni dei giudici
Proprio ieri, infatti, la terza sezione della Corte d'Appello di Milano ha ridotto la condanna nel processo sulla sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino corso Como, a Milano, durante la quale rimasero feriti due cittadini senegalesi, dai 5 anni e 2 mesi del primo grado a 2 anni 9 mesi e 10 giorni. I giudici hanno deciso per la condanna di tutti gli otto imputati coinvolti, tra cui anche l'amico trapper Simba La Rue e i ragazzi della loro "crew", ma hanno ridotto con evidenza le pene. Per Baby Gang e altri tre, tra l’altro, è stata cancellata "per non aver commesso il fatto" l'accusa di rapina, rimasta invece per altri quattro coinvolti. "Qua parliamo di processi veri, non è una trovata pubblicitaria, questi ragazzi sono tutti quanti ristretti nella loro libertà personale, sono vicende che hanno un impatto concreto sulle loro vite, non è un gioco", hanno sottolineato l'avvocato Niccolò Vecchioni ed il collega Jacopo Cappetta, rispondendo ai cronisti dopo le sentenze. I due difensori hanno spiegato che formalmente per Baby Gang, anche accusato di rissa, lesioni e detenzione di arma clandestina, è stata disposta dalla Corte la revoca delle misure cautelari per la rapina, ma il trapper resta, comunque, per le altre accuse ai domiciliari. Per Simba La Rue, invece, persiste l'obbligo di dimora.