Alex Marangon, sentiti dagli inquirenti tutti i presenti la notte della scomparsa

Cronaca
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Sono stati ascoltati anche i due "curanderi", cioè i curatori sciamanici. Questi ultimi avrebbero seguito il ragazzo veneziano nel momento in cui si sarebbe allontanato dalla abbazia sconsacrata. Al momento, a loro carico non ci sarebbero elementi tali da attribuire loro responsabilità penali per l'accaduto

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Sono state ascoltate praticamente tutte le persone presenti la notte della scomparsa di Alex Marangon, a Vidor (Treviso), più altri soggetti informati sui fatti che hanno fornito "elementi utili alle indagini". Lo riferiscono fonti investigative aggiungendo che la ricomposizione del quadro in cui è maturato l'evento alla base del decesso del giovane è ormai completata e che saranno le analisi tossicologiche sul corpo a fornire gli ultimi elementi necessari a completare lo scenario. Sono stati ascoltati anche i due "curanderi", cioè i curatori sciamanici. Questi ultimi avrebbero seguito il ragazzo veneziano nel momento in cui si sarebbe allontanato dalla abbazia sconsacrata. Al momento, a loro carico non ci sarebbero elementi tali da attribuire loro responsabilità penali per l'accaduto. 

Smentita l'esistenza di un video 

Nelle scorse ore erano state perse le tracce di entrambi i "curanderi", poi individuati dagli inquirenti. Secondo Andrea Zuin, il musicista 'sciamano' e organizzatore del ritrovo, la coppia dei colombiani non si sarebbe allontanata dall'Italia e non avrebbe mai interrotto i contatti o fatto venir meno la disponibilità a parlare con gli investigatori. È stata nel frattempo smentita l'esistenza di un video, acquisito dal sistema di sorveglianza comunale, nel quale si noterebbe la figura di Alex seguita da altre sagome nelle vicinanze del centro del paese, l'unica area, cioè, dotata di una rete di videosorveglianza.

 

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Cosa si sa sull'accaduto

Alex Marangon, 29enne di Marcon (Venezia), era scomparso durante un incontro esoterico a Vidor (Treviso) il 29 giugno. Dopo tre giorni è stato ritrovato morto lungo il fiume Piave. Il suo decesso è probabilmente da ricondurre a quanto accaduto in quel chilometro nel territorio trevigiano che separa l'abbazia di Vidor dal fiume Piave. Lì è finito già morto, perché dall'autopsia svolta nei giorni scorsi dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima, è emerso che nei polmoni non c'era acqua. Se ne verrà trovata dagli esami di laboratorio sarà solo residuale all'immersione del fiume del corpo, incosciente o privo di vita.   

Cosa ha confermato la Procura di Treviso

Di certo, e viene confermato nelle scorse ore dalla Procura di Treviso, a uccidere Alex sono stati dei colpi da corpo contundente - forse un bastone - all'altezza della tempia sinistra, che hanno portato alla sfondamento del cranio. A questi vanno aggiunti quelli che invece hanno interessato la parte sinistra del torace e addome, che hanno sfondato la gabbia toracica con la frattura delle costole. Alex stava seguendo un rito sciamanico nella chiesetta annessa all'abbazia quando, secondo i testimoni sentiti dai Carabinieri, si sarebbe allontanato dopo qualche attimo di meditazione davanti a un fuoco, in uno stato non chiarito tra eccitazione e confusione. Una condizione forse indotta da tisane e decotti preparati nel corso del rito. Una prima ingestione c’era già stata durante il giorno, poi la sera una seconda dose, la partecipazione - in disparte - al rito con incenso, musica e litanie. Quindi l'allontanamento volontario, che ha fatto pensare a una fuga e alla giustificazione del ritardo di almeno tre ore dell'allarme che ha fatto scattare le ricerca nella notte-alba del 30 giugno. Il ritrovamento del cadavere è avvenuto il 2 luglio, in un isolotto sul Piave, quattro chilometri a valle, all'altezza delle grave di Ciano. La violenza quindi dovrebbe essere stata consumata proprio nello spazio tra l'abbazia, dove Alex è stato visto vivo, e il fiume. 

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