Latina, morto il bracciante abbandonato in strada con il braccio amputato

Cronaca
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Il 31enne di origine indiana era ricoverato al San Camillo da lunedì dopo aver perso un braccio mentre stava lavorando in un'azienda agricola del posto. Le cause sono in corso di accertamento. L'uomo, invece di essere soccorso, era stato abbandonato davanti la sua abitazione con il braccio tranciato. Il Comune di Latina si costituirà parte civile. Il datore di lavoro è accusato di omissione di soccorso

 

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Non ce l'ha fatta il bracciante agricolo di 31 anni rimasto gravemente ferito lunedì per un incidente sul lavoro e abbandonato in strada nei pressi della propria abitazione a Cisterna di Latina. L'uomo di origine indiana era ricoverato al San Camillo di Roma, dove era stato trasportato d'urgenza in eliambulanza. L'uomo, invece di essere soccorso, era stato abbandonato davanti la sua abitazione con il braccio tranciato, poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Il datore di lavoro di Satnam Singh, Antonello Lovato, è accusato di omissione di soccorso, violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare e di omicidio colposo.Non si esclude che la Procura possa valutare anche il reato di caporalato. 

Era rimasto agganciato a un macchinario

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Radiomobile e della Stazione di Borgo Podgora intervenuti sul posto, l'uomo, mentre stava lavorando in un'azienda agricola del posto è stato agganciato dal macchinario avvolgi plastica a rullo, trainato da un trattore, che gli ha tranciato il braccio destro e schiacciato gli arti inferiori. Le cause dell'incidente sono ancora in corso di accertamento. Il 31enne invece che essere soccorso o accompagnato in ospedale, è stato lasciato a casa con l'arto tranciato poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Dopo aver chiamato i soccorsi, il lavoratore indiano è stato trasportato in ospedale.  

Sindaca Latina: "Comune sarà parte civile"

Alla notizia della morte dell'uomo è seguito il messaggio della sindaca di Latina, Matilde Celentano. "Provo sgomento per la morte del bracciante vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 17 giugno scorso a borgo Santa Maria". E ha aggiunto: "Il giovane uomo rimasto gravemente ferito era stato poi abbandonato in strada anziché soccorso. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che proprio questa mattina mi è arrivata dall'intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro processo. L'episodio avvenuto nella nostra città costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Nell'esprime cordoglio alla famiglia del bracciante deceduto, anche da parte dell'amministrazione comunale tutta, sarà mio impegno affinché il Comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga".

Ex capo ispettorato lavoro: "Chi chiederà perdono?"

"Chi chiederà perdono per Satnam Singh?". Se lo chiede Bruno Giordano, magistrato ex direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro e padre della legge contro il caporalato, dopo la morte atroce del bracciante indiano a Latina. "Se sei straniero, irregolare, hai bisogno di un pezzo di pane per campare - dice il magistrato - devi lavorare a nero, senza sicurezza, senza dignità, senza speranza". E "se mentre raccogli la frutta che vogliamo avere fresca al supermercato o mieti il grano per il nostro pane quotidiano, per tre euro all'ora, a 40 gradi all'ombra, ti strappano un braccio, non chiamano nemmeno un'ambulanza, ti scaricano da un furgone sul ciglio di una strada e buttano il tuo braccio in un campo, e muori dissanguato - aggiunge - sei in Italia, nel paese in cui non dobbiamo disturbare chi ha voglia di fare".

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