Oggi, 12 giugno, ricorre la giornata che punta a contrastare un fenomeno che mina la crescita e lo sviluppo di bambini e bambine di tutto il mondo. Secondo un report pubblicato da Save the Children, nel 2023 nel nostro Paese il 6,8% della popolazione tra i 7 e i 15 anni ha svolto un'attività lavorativa: circa 1 bambino su 15
Nel 2023 in Italia si stima che 336mila minori, tra i 7 e i 15 anni, hanno avuto esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali. A dirlo è un report pubblicato da Save the Children, che evidenzia come, nello scorso anno, il 6,8% della popolazione di quella fascia d'età, che corrisponde a quasi 1 bambino su 15, ha svolto un'attività lavorativa. Oggi, 12 giugno, si celebra in tutto il mondo la Giornata contro lo sfruttamento del lavoro minorile, una ricorrenza che punta a contrastare questa piaga che, ancora oggi, priva bambini e bambine di tutto il mondo dello studio e della libertà, minando di conseguenza anche la loro crescita e il loro sviluppo psico-fisico.
Le forme di sfruttamento minorile
Come stabilisce l'articolo 3 della Convenzione sull'età minima (n. 182), approvata nel 1973 dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), lo sfruttamento minorile può assumere diverse forme. Le peggiori, secondo l'Oil, sono la schiavitù (come la vendita, la tratta di minori, la servitù per debiti, il lavoro o il reclutamento forzati), l'offerta del minore a fini di prostituzione o di produzione di materiale pornografico, l'impiego dei bambini in attività illecite (come il traffico i stupefacenti) e, infine, qualsiasi altro tipo di attività che rischia di compromettere la salute e la sicurezza dei minorenni. La legislazione però autorizza l’impiego di bambini tra i 13 e i 15 anni in attività leggere, che non danneggino dunque la loro salute o lo sviluppo e che garantiscano anche la frequenza scolastica dei minori.
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I dati nel mondo
Tra le regioni del mondo in cui si registrano numeri preoccupanti riguardo il lavoro minorile, spesso causato da povertà, conflitti ed esclusione sociale, c'è l'Africa subsahariana. Come riporta Terre des hommes – Proteggiamo i bambini insieme, i dati parlano di 125,6 milioni di vittime di sfruttamento minorile: di queste, 38,6 milioni svolgono attività pericolose per la loro salute e sicurezza. Anche nel territorio dell'Asia Pacifico circa 70,9 milioni di bambini vengono impiegati in attività lavorative, 22,2 milioni dei quali occupati in lavori rischiosi.
I numeri in Italia
Un rapporto pubblicato da Save the Children sottolinea che in Italia, dove il lavoro minorile sotto i 16 anni è illegale, il fenomeno è legato all'agricoltura. Spesso, sono i figli di braccianti, che vivono in situazioni difficili e di forte isolamento, ad essere sfruttati già in giovanissima età come forza lavoro. Si tratta di realtà di invisibili e difficili da riconoscere, perché spesso riguardano bambini non iscritti all'anagrafe, che non frequentano la scuola e non hanno accesso alle cure mediche. Un report pubblicato da Unicef rivela anche che nel 2022 sono stati 69.601 i lavoratori minorenni tra i 15 e i 17 anni, in notevole aumento rispetto all'anno precedente in cui si erano registrati 51.845 casi.