Un matrimonio fallito alle spalle ed una figlia di 7 anni. Era libero dal 2021 dopo aver scontato la condanna per altre due violenze sessuali. L'ultimo episodio riguarda una studentessa di 26 anni che stava aspettando l'autobus alla Magliana
La data che ritorna - e fa temere una serialità - nella storia di Simone Borgese è l'8 maggio, perché in quello stesso giorno di nove anni fa aveva già fatto del male. Sotto un viadotto di Piana del Sole, sulla strada che porta all’aeroporto di Fiumicino, Borgese, romano e all'epoca 34enne, aveva aggredito, violentato e rapinato una tassista. L'8 maggio di quest'anno una nuova aggressione, questa volta ai danni di una studentessa che aspettava l'autobus. Le ripeteva: "Dobbiamo farlo e poi ti lascio andare". Resta però un mistero: cosa significa l'8 maggio per Borgese? Potrebbe essere legato alla sua infanzia, forse al padre violento che lo ha segnato profondamente. E rimane il dubbio che gli episodi di violenza non si limitino a quelli già conosciuti.
Un'infanzia complessa
Nonostante la sua faccia da bravo ragazzo, sorridente e spesso ritratto sui social come padre premuroso, la sua storia personale è complessa. Sua madre raccontò delle difficili condizioni in cui era cresciuto, con un padre violento e alcolizzato, dal quale lei stessa si era separata a causa dei continui maltrattamenti. Dopo la condanna a sette anni e mezzo per lo stupro della tassista, Borgese dichiarò di essere pentito. Tuttavia, quando le sue foto divennero pubbliche, una 17enne lo riconobbe come l'autore di un'altra molestia sessuale avvenuta in un ascensore nel 2014, per cui l'uomo è stato condannato a 2 anni e 10 mesi. Meno di un mese fa, l'ultima violenza è avvenuta alla Magliana, non lontano dal luogo dello stupro della tassista. Ed è proprio lì vicino che viveva, dove i poliziotti del Distretto San Giovanni sono andati a prenderlo.
Lavori occasionali
L’ormai 39enne, dopo il carcere, si arrangiava con lavoretti saltuari, come muratore o falegname. Un matrimonio fallito alle spalle, una figlia che oggi ha 7 anni. Lavori precari, non soddisfacenti (come il cameriere a chiamata), probabilmente anche qualche difficoltà economica. Sul suo profilo Facebook si mostrava in foto come un padre premuroso. Nel 2012 partecipò anche al programma televisivo "Avanti un altro!" di Paolo Bonolis su Mediaset. Dopo la prima violenza, il suo profilo social, dove condivideva scatti con la figlia, fu tempestato di insulti e minacce, costringendolo alla chiusura. Per le strade di Piana del Sole e Magliana Vecchia, Simone Borgese si vedeva spesso alla guida della Multipla del marito di sua madre, la stessa auto con cui ha ingannato la ventiseienne facendola salire. Prima di essere incarcerato, aveva lavorato come cameriere e su Facebook si presentava come un "ragazzo perbene", un padre affettuoso innamorato della figlia e della squadra di calcio della Roma. Nonostante il suo atteggiamento tranquillo durante gli interrogatori, la sua fedina penale raccontava una storia diversa. Era stato accusato di lesioni gravi nei confronti del compagno della madre, a cui aveva fratturato il naso con un pugno durante una lite, proprio come aveva fatto con la sua prima vittima. Borgese aveva negato anche questo episodio, affermando durante un interrogatorio del 2015: "Ultimamente mi sentivo molto solo. La madre di mia figlia mi ha lasciato perché diceva che la picchiavo ogni sera per gelosia, ma io non l’ho mai toccata. Amo mia figlia e mia madre".