
L'uomo che lavorava alla Fabbrica di San Pietro al momento si trova nelle carceri vaticane; contro di lui le accuse sono di ricettazione, estorsione e truffa
Un ex dipendente del Vaticano ha provato a vendere un antico manoscritto su Gian Lorenzo Bernini dopo averlo trafugato. L'uomo, ora nelle carceri vaticane, è stato arrestato con le accuse di ricettazione, estorsione e truffa.
L'uomo avrebbe provato a rivendere alla Fabbrica di San Pietro, dove aveva lavorato in passato, il documento del 600, che avrebbe precedentemente rubato. Ancora incerta la provenienza del manoscritto: non si sa se fosse in Vaticano o parte di una collezione privata. L'uomo, storico dell'arte e già docente, tra il 1995 e il 2011 era stato capo della comunicazione dell'istituzione vaticana.
L'incontro in Vaticano per vendere il manoscritto era una trappola
Secondo le prime ricostruzioni, il 27 maggio l'uomo si sarebbe recato in Vaticano in compagnia di un'altra persona per incontrare il cardinale Mauro Gambetti, vicario del Papa per la Città del Vaticano, nonché presidente della 'Fabbrica' dove l'uomo aveva lavorato. L'oggetto del colloquio tra i due doveva essere la compravendita di un manoscritto risalente al '600: un documento tecnico relativo all'oro necessario a decorare il celebre Baldacchino del Bernini (tra l'altro ora in corso di restauro nella Basilica di San Pietro).
In realtà, l'appuntamento tra i due era una trappola architettata da Gambetti insieme agli investigatori: il cardinale mostrandosi interessato all'acquisto aveva consegnato nelle mani del venditore un assegno da 120 mila euro, il prezzo da pagare per avere in cambio l'antico manoscritto.
All'uscita, così, l'uomo e chi lo accompagnava sono stati fermati dai gendarmi in Piazza Santa Marta, proprio davanti alla residenza del Papa con l'assegno in mano, la prova regina dell'avvenuto scambio di soldi per il manoscritto trafugato.

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Le indagini
Una volta fermato, dopo il primo interrogatorio in caserma, l'ex dipendente è stato arrestato.
In attesa del prosieguo delle indagini e degli ulteriori accertamenti - sia il manoscritto che l'assegno sono ora nelle mani delle autorità vaticane - l'ipotesi dei pm d'Oltretevere Alessandro Diddi e Giuseppe Deodato è che il documento fosse stato sottratto dall'archivio storico della Fabbrica di San Pietro dallo stesso Pergolizzi. In alternativa, l'uomo potrebbe essere stato aiutato da qualcuno nell'operazione.
