Da Napoli a Palermo Mare Nostrum Dike, la barca della legalità

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

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E' approdata in occasione del 23esimo anniversario della strage di Capaci l'imbarcazione sequestrata agli scafisti e affidata dal Tribunale di Ragusa alla associazione Archeoclub che la utilizza per progetti di recupero sociale di ragazzi che hanno avuto problemi con la giustizia

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La Mare Nostrum Dike si chiamava Oceanis 473 quando gli scafisti la utilizzavano per il traffico di esseri umani sulla tratta dalla Turchia. Ora è una motovela di promozione della cultura della legalità. E' approdata al molo turistico della Cala a Palermo e oggi, 23 maggio, saliranno a bordo 200 studenti delle scuole siciliane che incontreranno Umberto, ragazzo dell’Area Penale di Napoli che con Mare Nostrum sta compiendo un percorso di reinserimento nella società.  "Mi lascio alle spalle un passato turbolento e sto vivendo un presente felice" dice Umberto che ha appena 19 anni. "Questa associazione per me è diventata una famiglia. Con questo progetto sento di essere finalmente utile alla società".  Umberto ha vinto una borsa di studio di Archeoclub per diventare operatore tecnico subacqueo, del mare si è totalmente innamorato e ha già partecipato ad alcuni progetti di pulizia dei fondali marini.

Il progetto

Il progetto è promosso da Archeoclub con il Dipartimento di Giustizia Minorile della Campania, la Marina militare, il Ministero di Grazia e Giustizia e il Corpo militare dell'Ordine di Malta. "Sono 20 al  momento i ragazzi coinvolti in progetti di recupero con la Mare Nostrum, barca che prende il nome dal Dipartimento Marino di Archeoclub d'Italia,  ma speriamo possano diventare centinaia" - dice Giuseppe Ragosta, di Archeoclub. Al nome Mare nostrum abbiamo affiancato quello di Dike, la dea della giustizia. Il mare è il punto di partenza per formare sia dal punto di vista educativo che professionale i ragazzi dell’area penale della Campania e dare loro una seconda possibilità. L'obiettivo è il recupero sociale attraverso la conoscenza del patrimonio culturale e la riscoperta della bellezza. 

Il programma

A bordo della barca viaggia anche Flora Rizzo, vice Presidente Nazionale di ArcheoClub D’Italia: “L’imbarcazione Dike è stata confiscata agli scafisti e affidata all’Archeoclub d’Italia dal Tribunale di Ragusa quale strumento per l’attuazione di progetti educativi, formativi e culturali improntati alla legalità, alla lotta contro l’analfabetismo culturale e ambientale e a favore dell’inclusione e del reinserimento sociale dei giovani. Nella mattinata di giovedì 23 maggio sono in programma visite guidate per 200 studenti all’interno dell’imbarcazione ormeggiata nel porto di Palermo e sulla banchina antistante, dove sarà allestito uno spazio d’accoglienza informativa. Gli studenti potranno apprendere, con spiegazioni mirate e con il supporto di immagini fotografiche, sia la storia dell’utilizzo del natante in mano ai “mercanti” di vite umane, sia le nuove finalità di utilizzo incentrate sull’educazione alla legalità”.

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