I sindacati hanno confermato l’agitazione a livello nazionale “a difesa del proprio lavoro, per contrastare l'uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù degli algoritmi e delle multinazionali”: Minacciato anche uno stop di 48 ore a ridosso delle elezioni
Sarà un'impresa molto difficile trovare un taxi oggi, dalle 8 alle 22 in tutta Italia. I sindacati hanno confermato lo sciopero che culminerà con una manifestazione a Piazza San Silvestro, a Roma, dalle 11 alle 17. Un'astensione dal lavoro che ha messo d'accordo praticamente tutti i sindacati e le sigle tranne il 3570 di Loreno Bittarelli - l'ultima risale al luglio 2022 - che auspicano "la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l'uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù di algoritmi e multinazionali". Ma le associazioni di consumatori parlano di "sciopero inutile" che serve solo "a mantenere privilegi di casta". I rappresentanti sindacali, da parte loro, hanno rincarato la dose: "Lunedì avremo un incontro con un rappresentante del governo, se l'interlocuzione non sarà positiva, attesi i tempi tecnici, siamo pronti a scioperare di nuovo per 48 ore, a ridosso delle elezioni Europee".
A tutela dell'utenza
I tassisti chiedono al governo regole certe per il settore e cercheranno di spiegare le loro ragioni domani ai cittadini distribuendo volantini: "la nostra non è e non deve sembrare una difesa corporativa, scenderemo in piazza anche a tutela dell'utenza - sottolinea il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese - Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza decreti attuativi adeguati e quindi senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%".
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Le interferenze di Uber
Il coordinatore dell'Usb Riccardo Cacchione spiega che "l'atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme: le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamene a un confronto con la presidente del Consiglio Meloni. Chiediamo con forza che la maggioranza concluda il confronto con la nostra categoria e chiediamo che i decreti attuativi adeguati, fermi da ormai 5 anni nei ministeri Sviluppo Economico e Trasporti, che definiscono le regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico, vengano al più presto approvati"
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La posizione di Codacons
Il segretario nazionale di Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe rimarca che lo sciopero è stato indetto "per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità". Di "inutilità" dello sciopero di domani parla il Codacons, "i cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane". Per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, si tratta del "solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta". Per Assoutenti si tratta di uno "sciopero assurdo e immotivato".