Migliaia di persone a Villa San Giovanni contro il Ponte sullo Stretto

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Alla protesta hanno partecipato cittadini siciliani e calabresi che hanno risposto all'appello dei Comitati No ponte. "Diciamo no al ponte ma sì ad uno sviluppo sostenibile del territorio, alle infrastrutture, alle strade e ferrovie che mancano, all’istruzione, alla sanità pubblica”.

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Un lungo corteo si è mosso dal centro della cittadina per raggiungere il lungomare di Cannitello dove dovrebbe poggiare uno dei due piloni destinati a reggere la struttura. Dal 2009 non si vedeva un simile fiume di persone scendere in piazza per protestare contro il progetto.

Presente la sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti. "E' necessario sospendere la

Conferenza dei servizi per avere piu' tempo, come comuni, per presentare le osservazioni e le richieste di integrazione al Ministero delle Infrastrutture"- dice. "È una richiesta non solo inoltrata dalla mia amministrazione, ma anche dai sindaci delle Città metropolitane di Reggio e Messina, Falcomatà e Basile. Peraltro, è bene ricordare che anche la società "Stretto di Messina" ha avanzato simile richiesta al ministero, chiedendo tempo fino al prossimo 12 settembre per presentare le integrazioni richieste, procedura che comporterà anche la dilazione del nodo degli espropri". 

 

Alla manifestazione partecipa anche il sindaco di CatanzaroNicola Fiorita, per il quale "il Ponte è una questione politica che interessa tutti noi. I cittadini vanno ascoltati sempre" -  sottolinea Fiorita - "poiché questa è un'opera che va a mettere le mani nelle tasche dei calabresi e dei siciliani e, comunque, resto convinto che il Ponte non sia un'opera prioritaria".  

Corteo contro il ponte

Presenti i leader politici

Presenti molti leader politici, sindacali, istituzionali. Angelo Bonelli di Europa Verde, Sandro Ruotolo, ex parlamentare, e oggi  candidato al Parlamento europeo con il Pd, l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per Alleanza Verdi-SI, l'ex primo cittadino di Messina e ambientalista,  Renato Accorinti, tra i primi a condurre la battaglia contro il Ponte. "Questo luogo concentra una serie di biodiversità uniche. E’ stato avviato l’iter perché diventi patrimonio dell’Unesco, e’ una zona che ricade nelle ZPS, zone a protezione speciale e cioè è un luogo che non si può sfregiare,.  Nel tempo è maturata questa presa di coscienza grande da parte di tutti i cittadini, non solo i messinesi".

"Questa opera non serve a niente" dice Accorinti . " L'economia non passa dal costruire un ponte, i posti di lavoro si fanno anche quando costruisci le ferrovie, l'acquedotto e la messa in sicurezza del territorio. Dirottiamo le risorse su cose utili".

 

Al corteo anche una folta delegazione della Cgil Sicilia. "Alla Sicilia e alla Calabria - si legge in una nota del sindacato - servono infrastrutture fondamentali come ferrovie, strade, autostrade. Ma anche investimenti su sanità, istruzione e su politiche di sviluppo. Si investa su questo. Diciamo No al grande inganno".

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La class action

 

Durante la manifestazione i Comitati siciliani contro il Ponte hanno annunciato di aver avviato una sottoscrizione per una class action contro la società Ponte sullo Stretto, trasmettendo gli atti alla Corte Costituzionale.  E annuncia  il terzo ricorso alla Procura europea il deputato Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi e Sinistra, presente alla manifestazione. "Per salvare i soldi pubblici, 14 miliardi di euro sono diventati un fatto privato tra la società Stretto di Messina e il Consorzio Eurolink" - ha detto Bonelli - "per quanto riguarda il parere sul progetto definitivo,  l'unico parere è quello espresso dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici che risale al 1997. Riteniamo improprio l'uso dei fondi Ue e c'è un tema da approfondire: quello di una gara fatta oltre 20 anni fa che oggi viene salvata. E questo è stato consentito per salvare interessi molto forti. Ecco perché - ha concluso - sono costretto a rivolgermi alla magistratura". 

Una immagine del progetto

Anche le famiglie

 

A manifestare ci sono molte delle 450 le famiglie siciliane e calabresi coinvolte dagli espropri, per un totale di 3,7 milioni di metri quadrati di terreno.  Centinaia di villette verranno demolite per far posto all’immenso cantiere del ponte sospeso più lungo mai realizzato al mondo. Sono stati promessi per loro incentivi e generosi risarcimenti. Ma - dicono-  non si fidano. "Temiamo che il territorio in cui risiediamo da sempre possa essere irrimediabilmente devastato dalle ruspe, per far posto agli ancoraggi ed ai piloni del ponte. Nelle prime dichiarazioni ufficiali, molti evidenziano che gli unici soldi per il Ponte sullo Stretto, siano, al momento, quelli sottratti al Fondo di Coesione di Calabria e Sicilia. "Sprecano risorse per un'opera assolutamente inutile - dice Pino Gesmundo della Cgil -  e il Governo toglie risorse, non pensa ai giovani del Mezzogiorno, a creare buona occupazione, o per venire incontro ai lavoratori che si trovano in condizione di povertà".

 

Insegnanti al corteo no ponte

Cettina Lupoi abita in una delle 27 villette di un residence a Torre Faro, sul versante messinese dello Stretto, che verrà raso al suolo se o quando il cantiere verrà aperto. “Stiamo portando avanti con i Comitati “No Ponte” una battaglia di buon senso contro un’opera che non è fattibile" dice. "Qui oggi sono presenti tanti docenti a cui ho rivolto pubblicamente un appello affinché facessero sentire la loro voce in relazione ad un'opera altamente devastante e che vari esperti ritengono inutile . Noi  che abbiamo allevato i nostri alunni in un sapere pluralista e speculativo, comunicando principi democratici e di rispetto per ogni essere vivente e per l'ambiente e non possiamo rimanere indifferenti, permettendo che soltanto lobbies e politici si esprimano su un'opera che segnerà nel bene o nel male il futuro delle giovani generazioni". 

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