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Eredità Agnelli, per il tribunale del riesame fratelli Elkann consapevoli della frode

Cronaca
©IPA/Fotogramma

E' "verosimile" che Lapo, John e Ginevra abbiano evaso l'imposta di successione alla morte della nonna, Marella Caracciolo. A dirlo sono i giudici di Torino che, con queste motivazioni, hanno confermato i sequestri disposti dalla procura nell'ambito dell'inchiesta

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I fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann erano consapevoli della "frode" commessa intorno alla presunta evasione dell'imposta di successione alla morte della nonna, Marella Caracciolo. Questa sarebbe un’ipotesi di indagine “verosimile” stando a quanto riferito dal Tribunale del riesame di Torino. Per questo motivo l’ordinanza del Tribunale ha confermato i sequestri disposti dalla procura nell'ambito dell'inchiesta che ruota intorno all'eredità di Gianni Agnelli. Il passaggio, in particolare, si riferisce all'ipotesi di truffa ai danni dello Stato, che era stata contestata dalle difese. 

Volontà di dolo

Secondo gli investigatori, l’imposta di successione per l’eredità di famiglia doveva essere versata in Italia e non in Svizzera, dove la residenza di Marella Caracciolo era fittizia. "La frode - scrivono i giudici - è stata verosimile oggetto di dolo in capo a tutti i tre fratelli Elkann, i quali si è visto come fossero in ottimi rapporti con la nonna e come ne conoscessero abitudini e problematiche di salute che rendevano prevalente la sua permanenza in Italia. Di fronte al decesso della congiunta, è verosimile che abbiano avallato, con dolorosa volontà adesiva, le strategie già suggerite e realizzare con la fattiva consulenza di Gianluca Ferrero (commercialista di famiglia, anche lui indagato, ndr)". Il tribunale ipotizza che John abbia avuto un ruolo più attivo e che Lapo e Ginevra "si siano limitati a un concorso morale rafforzativo".

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