Ponte sullo Stretto, pubblicata la lista degli espropri. I residenti: "Non ce ne andiamo"

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Le case che saranno demolite per far spazio al nuovo cantiere sono circa 450, 300 in Sicilia e 150 in Calabria. "Non cedo la mia casa per una cosa inutile come questa", ribadisce una donna residente nel messinese. Dall'8 aprile aperti gli info point

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Piede sull’acceleratore per i lavori del Ponte sullo Stretto. La società Stretto di Messina ha pubblicato oggi la lista completa delle case da demolire e delle aree da sgomberare per dare il via al progetto in attesa dell’approvazione definitiva. Per poter avviare il cantiere sono necessarie opere come la bonifica dei territori, le indagini archeologiche e la predisposizione della base cantieristica, tutti lavori che presuppongono l’esproprio delle abitazioni. Le famiglie che dovranno lasciare le proprie case sono circa 450, 300 in Sicilia e 150 in Calabria, per un totale di 3,7 milioni di metri quadrati da liberare. 

Residente nell’area messinese: “Non me ne vado”

Non tutte le oltre 400 famiglie coinvolte negli espropri hanno accettato la situazione. "Non me ne vado, ma nemmeno per idea". E’ il commento di Mariolina De Francesco, che sarà mandata via dalla casa nella quale vive con marito e figlie da 23 anni. "Se la mia casa la dovessi cedere per un ospedale oncologico per i bambini la cederei - ribadisce - ma non per una cosa inutile come questa". Se inizieranno i lavori per il Ponte "vivremmo per anni in mezzo ai cantieri in Calabria e in Sicilia. Ma non solo: lo Stretto di Messina non si deve toccare; come ha detto il National Geographic nel settembre del 2022 la spiaggia di Capo Peloro è la più bella spiaggia italiana dal punto di vista naturalistico. L'articolo 9 della Costituzione dice che le zone ricche di biodiversità e pregio naturalistico sono intoccabili. E la regione Sicilia nel 2001 ha fatto un decreto nel quale dice che la zona di capo Peloro è zona di pregio che va salvaguardata. La stessa regione che ora gli dà i miliardi...". Altri residenti contrari al nuovo cantiere hanno annunciato che saranno presenti quando apriranno gli info point. "Sarà l'occasione per coordinare la futura offensiva legale con la quale intendiamo sommergere di ricorsi la Stretto di Messina e denunciare ogni violazione di legge”. "Davanti agli sportelli faremo dei sit in giornalieri e affiancheremo queste persone e i loro legali, non li lasceremo soli e non permetteremo che vengano raggirati", ha aggiunto Daniele Ialacqua della Rete No ponte.

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Dove consultare il Piano e l’elenco

L'avviso, insieme al Piano Particellare e dell’Elenco Ditte proprietarie, è stato pubblicato anche sui siti Internet istituzionali della Regione Calabria, della Regione Siciliana, della società Stretto di Messina. "Questa fase intermedia, legata alla pubblicazione dell'avviso - ha spiegato la società - consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione relativa al piano espropri e formulare eventuali osservazioni. In tale contesto la società Stretto di Messina aprirà Sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni, in spazi dedicati messi a disposizione dai rispettivi comuni, per fornire il supporto necessario per l'analisi della documentazione". 

Cosa deve fare chi è coinvolto?

Per 60 giorni, a partire dal prossimo 8 aprile, i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative per il ponte sullo Stretto, potranno rivolgersi per l'assistenza con personale tecnico, previo appuntamento telefonico e fare le proprie osservazioni. I cittadini interessati dovranno prenotare un appuntamento ai numeri: 06.85826210 - 06.85826230 - 06.85826270, ai seguenti "Sportelli informativi": - Messina presso il Palacultura Sala Rappazzo (piano terra) sito in Viale Boccetta 373, lunedì dalle 15.00 alle 17.00; martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 ad esclusione dei giorni festivi. - Villa San Giovanni presso la ex sede della Pretura sita in via Nazionale Bolano 541, giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, venerdì dalle 9.00 alle 13.00, ad esclusione dei giorni festivi. 

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