Luigi Ambrosio ha precisato il senso della mozione approvata a maggioranza lo scorso 26 marzo sulle collaborazioni anche con Israele. "Riteniamo doveroso e urgente promuovere una riflessione non solo interna in merito al rischio del cosiddetto 'dual use' di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche", ha detto
"Non boicottiamo, e non chiediamo a nessuno di boicottare". È con queste parole che il direttore della Scuola Normale di Pisa, Luigi Ambrosio, ha commentato la mozione approvata a maggioranza il 26 marzo sulle collaborazioni anche con Israele. Il rettore pisano ha poi spiegato il senso del testo, precisando di voler fare chiarezza dopo le polemiche scaturite dalla richiesta dell'ateneo toscano e dell'Università di Torino di “riconsiderare il 'Bando Scientifico 2024' in attuazione dell'accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele".
Le parole del direttore Luigi Ambrosio
"In questo momento storico – ha specificato Ambrosio - riteniamo doveroso e urgente promuovere una riflessione non solo interna, ispirata dall'Articolo 11 della nostra Costituzione, in merito al rischio di cosiddetto 'dual use' - civile ma potenzialmente anche militare- di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche. È in quest'ottica che abbiamo chiesto al ministero degli Esteri di riconsiderare attentamente i bandi di cooperazione con tutti gli stati esteri". Si tratta di una tipologia di bandi che "coprono non solo l'area strettamente scientifica - ha sottolineato il direttore della Normale - ma anche quella industriale e tecnologica, a partire da quello emesso nei mesi scorsi nell'ambito degli accordi Italia-Israele, al fine di offrire garanzie in tal senso alla comunità degli studiosi, oggi e in futuro".
Ambrosio: "Normale aperta a collaborare con atenei di tutto il mondo"
"La Normale è e resta aperta alla collaborazione con studiosi e atenei di tutto il mondo", ha detto Ambrosio. "Nella mozione facciamo riferimento a diverse iniziative di studio e confronto, tra le quali il recente stanziamento per assegni di ricerca su tematiche relative allo studio del contesto e del conflitto di Israele e Palestina, per i quali auspichiamo in particolare candidature di studiosi sia israeliani sia palestinesi".
Il direttore dell'ateneo pisano ha poi sottolineato che "la mozione approvata a maggioranza dal Senato Accademico della Scuola il 26 marzo e resa pubblica sul web dice tutt'altro: non interrompiamo nessuna collaborazione (al momento, peraltro, non ne abbiamo di strutturate: ne avevamo per esempio un anno fa), non boicottiamo, e non chiediamo a nessuno di boicottare. Una mozione mirata all'interruzione dei rapporti scientifici con gli atenei israeliani, pur presentata in Senato, non è neanche stata messa in votazione". Poi ha aggiunto: "E neppure prendiamo posizione nella mozione in merito al conflitto Israelo-Palestinese, a meno che non si voglia ritenere tale la richiesta, che avevamo già espresso con forza a novembre, di rilascio degli ostaggi e del cessate il fuoco, ora posizione ufficiale del Parlamento italiano e del Consiglio di Sicurezza dell'Onu". Il direttore della Scuola pisana ha poi concluso dichiarando che "auspico che questo mio intervento possa chiarire alcuni equivoci che stanno caratterizzando le discussioni in corso, non sempre sostenute, come richiederebbe la delicatezza di un tema inevitabilmente divisivo, da una lettura completa e attenta della articolata mozione approvata dal Senato Accademico".