Manganellate Pisa, mobilitazione degli studenti a Roma: cori e fumogeni al Viminale. FOTO
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In centinaia sono scesi in piazza per protestare contro i recenti episodi di repressione violenta delle manifestazioni, compresi quelli di Firenze e Catania, chiedendo le dimissioni del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Insieme ai giovani anche esponenti politici di diversi partiti, tra cui Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti
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- Mentre la Procura di Pisa ha aperto un fascicolo su quanto successo venerdì 23 febbraio, quando alcuni giovani manifestanti pro-Gaza sono stati presi a manganellate dalle forze dell’ordine, a Roma centinaia di studenti sono tornati in piazza per esprimere “solidarietà” a chi è stato aggredito. “Contro le vostre manganellate, Piantedosi dimettiti” è quanto si leggeva sullo striscione in apertura della manifestazione, partita in serata a pochi passi dal Viminale
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- La mobilitazione è partita come sit in davanti al Teatro dell'Opera. Si è alzata leggermente la tensione quando un gruppo di studenti ha raggiunto il Viminale, tra fumogeni e richieste di dimissioni per Piantedosi. Non ci sono però stati momenti critici: i manifestanti sono tornati in piazza Beniamino Gigli, intonando cori per la Palestina
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- Tra i messaggi sui cartelli esposti: “Avete le mani sporche di sangue", "Censura più manganelli uguale fascismo", "Vogliamo cultura, ci date violenza", "Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere". Non si protesta solamente per i fatti di Pisa, ma anche per altri episodi simili (come quelli di Firenze e Catania)
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- Alla protesta, secondo alcune stime, erano presenti almeno 800 persone. In piazza anche il leader pentastellato Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti. L'evento è stato promosso dalla Rete degli studenti medi del Lazio, che chiede “uno stato democratico che rispetti il diritto alla manifestazione". Insieme a loro l'Unione degli universitari, i collettivi de La Sapienza, alcune scuole della Capitale ed esponenti di Anpi Roma, Arci Roma e Cgil Roma Lazio, oltre che di Pd, M5S e Avs
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- Il Pd spinge per portare la premier Giorgia Meloni a riferire in Aula sugli scontri. Giuseppe Conte ha invece fatto sapere che il MoVimento Cinque Stelle ha chiesto al ministro dell'Interno Piantedosi "un'informativa urgente", anche se non vorrebbe "scaricare sul singolo quella che è una responsabilità collettiva del governo"
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- "Qui c'è poca tolleranza per il dissenso politico e per le manifestazioni di protesta", ha aggiunto Conte. Doveroso "accertare le singole responsabilità dei funzionari di polizia" ma anche riflettere su "una responsabilità collettiva del governo che sta alimentando un clima repressivo". Il leader dei Cinque Stelle ha poi rimarcato come la premier Meloni non abbia ancora assunto una posizione chiara, nonostante "ha avuto già molte ore a disposizione dai fatti di Pisa per esprimere una posizione chiara"
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Alessandro Taballione
- "I ragazzi erano inermi e sono stati picchiati: non stavano facendo niente e la polizia li ha picchiati", ha detto all'AGI Miriam Giummo, responsabile dell'organizzazione Sinistra Universitaria. Rete Studenti medi del Lazio evidenzia come “quello che è accaduto a Pisa è solo un esempio: queste cose accadono dall'autunno, in particolare alle manifestazioni Pro-Palestina, per chi chiede lo stop al genocidio"
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Alessandro Taballione
- Intanto prende il via il lavoro della magistratura per accertare eventuali responsabilità per le manganellate a Pisa. Nel fascicolo, per ora contro ignoti e senza ipotesi di reato, sarebbero state già acquisite le riprese video realizzate dalla Digos, che avrebbe consegnato anche una prima informativa sull'accaduto
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- Fanno già discutere le dichiarazioni su quanto successo del vicepremier Matteo Salvini. A chi, a margine della scuola di formazione politica della Lega, gli ha chiesto di esprimersi sulle parole del capo dello Stato Mattarella – “l’autorevolezza non si misura con i manganelli” – il leader del Carroccio ha risposto che “le parole del presidente si leggono ma non si commentano"
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- Poi, incalzato, ha aggiunto: "Certo è sempre meglio che non ci siano scontri. Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza. Se mio figlio andasse a urlare 'sbirro cogl***e' poi se la dovrebbe vedere con me". Per Salvini "chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente"
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- Al Viminale si sono aperte riflessioni sulla definizione delle responsabilità di quanto successo a Pisa, con il capo della Polizia Vittorio Pisani che ha promesso "severità e trasparenza". Le opposizioni intanto chiedono che in Parlamento si discuta di una legge che preveda body cam e numeri identificativi sui caschi delle forze dell'ordine. Ma è già arrivato il no del centrodestra, contrario a strumenti "vessatori" per poliziotti e carabinieri