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L’Italia invecchia. E lo fa più velocemente di tutti. I DATI

Cronaca

Raffaele Mastrolonardo

Gli ultimi dati Eurostat confermano: in un’area del mondo, l’Europa, dove l’età media è alta e la fertilità bassa, il nostro Paese incanutisce a ritmi più serrati

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Lo sapevamo, si dirà. E’ da anni che questa storia va avanti. Vero. Ma ogni volta che, ciclicamente, lo rivediamo messo nero su bianco con tanto di numeri, bisogna ammetterlo, fa un po’ impressione. E i dati rilasciati in questi giorni da Eurostat, il servizio statistico dell’Unione europea, lo mettono nero su bianco. E, appunto, fanno impressione. Perché ci ricordano ancora una volta che in un’area del mondo, l’Europa, che invecchia velocemente, l’Italia incanutisce più rapidamente di tutti. 

 

Partiamo da una cifra, giusto per capire meglio: 48,4. E’ l’età mediana della popolazione italiana al primo gennaio 2023. L’età mediana è quel valore che divide, anagraficamente, i residenti in due gruppi uguali, due metà insomma. Da una parte quelli che stanno sopra, più anziani rispetto a quella soglia, dall’altra quelli che stanno sotto, più giovani. Perché fa impressione quel dato? Perché è il più alto di tutti i paesi europei. Di gran lunga. Il Portogallo, che viene subito dopo il Belpaese in questa particolare classifica, si ferma infatti a 47. Questo vuol dire che non solo l’Italia è il Paese con l’età mediana più alta. E’ anche l’unico stato che supera quota 48 ed è pure quasi un anno e mezzo più vecchio del secondo Paese più anziano. 

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C’è poi l’accelerazione dell’invecchiamento. Tutti i Paesi europei invecchiano, l’abbiamo detto, ma a velocità diverse. E l’Italia è tra quelli che hanno, si fa per dire, più sprint. Nel 2000 l’età mediana tricolore era 40,1 anni. Vuol dire che è cresciuta di 8 anni in poco più di due decenni. Nello stesso periodo, la Germania è passata da 39,8 a 45,4.

 

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E per capire perché l'età mediana dello Stivale è così alta basta guardare alla struttura della popolazione, anche questa recentemente certificata da Eurostat. Insieme al Portogallo, l’Italia è il Paese Ue con la maggiore quota di over 65 rispetto al totale: il 24 per cento, in pratica un residente su quattro. Per fare un paragone, la confinante Francia si ferma a 21, in Irlanda gli ultrasessantacinquenni sono appena il 15 per cento della popolazione, un irlandese su 6. Al contrario non c’è nessun altro stato Ue, a parte Malta, con una fetta di under 19 più esigua della nostra: 17,4 per cento (in Francia sono il 23,5 per cento, in Irlanda il 25,9 per cento).

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Questa tendenza, si rivela anche quando dal livello nazionale passiamo a porzioni di territorio più ristrette. Come è lecito aspettarsi, le regioni italiane si distinguono negli indicatori che misurano l’invecchiamento della popolazione. Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Molise, solo per citarne alcune, figurano tra le aree amministrative classificate come NUTS-2 dalla Ue che mostrano la più alta percentuale di over 65 rispetto al totale dei residenti. Dal macro al micro, insomma, il risultato non cambia.

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Dunque, il quadro che gli ultimi dati demografici pubblicati da Eurostat disegnano non è nuovo. Anzi, è la variazione di un tema che va avanti ormai da anni, quello di un continente che vira al grigio e di un Paese, l’Italia, che guida la fila. Logico, se queste sono le premesse che le proiezioni della popolazione indichino una sola possibilità: la discesa. Quello che resta da capire è solo quanto ripida sarà. 

 

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